Patente, tessera sanitaria ed elettorale su app Io

“Stiamo lavorando per inserire tre importanti documenti all’interno del portafoglio digitale dell’App IO (l’applicazione per l’accesso ai servizi della Pubblica amministrazione), ovvero: la patente digitale, la tessera sanitaria digitale e il voting pass, ovvero la tessera elettorale in formato digitale». Lo ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, nel corso di un’audizione davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera. «Prevediamo così entro la fine dell’anno un ulteriore importante cambiamento positivo per la vita quotidiana di tutti gli italiani» aggiunge.”

Butti: patente, tessera sanitaria ed elettorale su app Io

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Mah, non capisco a che cosa serva, specialmente per la tessera elettorale (che viene utilizzata solo in occasione di consultazioni elettorali e referendarie, nelle quali deve essere timbrata dal presidente di seggio). Ma anche gli altri due, laddove debbano essere consegnate ad Organi di Polizia per identificazione (la C.I.) o a casse di sportello di strutture sanitarie o a medici (la TS), che fanno? Consegnano il cellulare? Cercano di ricordarsi le credenziali per accedere all’app? :thinking:

Per fare un digital wallet, cosa che prob diventerà IO.

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Se usano lo standard previsto dall’unione europea per i digital wallet(perlomeno nei loro whitepaper e proclami, nulla di esecutivo per ora) dovrebbero poter condividere le tessere via qr code o nfc. Patente e tessera sanitaria è uno scenario che volenti o nolenti dovremo gestire via digital wallet(sono documenti di interesse comunitario), la carta elettorale non me l’aspettavo.

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A regime non dovrebbe essere una mera foto della tesserina sul cellulare.

L’obiettivo finale (il wallet) dovrebbe gestire i dati in modo sicuro e, a seconda delle scelte tecniche che verranno fatte, anche garantire la condivisione solo dei dati strettamente necessari.

Guarda l’esempio di registrazione in albergo: il consierge deve registrare la tua presenza, ma non serve che sappia anche altri dati (es. la residenza, l’obbligo di lenti o la disponibilità a donare gli organi) come avviene oggi con le tessere fisiche.

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Non riesco a cogliere l’utilità pratica di questa cosa. Qualcuno me la può spiegare?

Non riesco a cogliere l’utilità pratica di questa cosa.

Mi associo.

Non mi e’ chiaro un altro aspetto. Il digital wallet sara’ solo su smartphone. La UE non e’ in grado di produrre ne’ hardware ne’ software degli smartphone. Quindi per adempiere a un obbligo interno - la proposta non viene ne’ dagli USA ne’ dalla Cina - ogni privato cittadino europeo deve acquistare un prodotto cinese e fornire i suoi dati, perche’ e’ cosi’ che va a finire, a una societa americana?

Per me avrebbe piu’ senso la stessa questione, al contrario. Se ogni europeo avesse gia’ il cellulare wallet-spia-tutor ecc. come in Cina si potrebbe proporre di sostituirlo con due tesserine di plastica formato carta di credito. Rifacendoci ai principi del 1789, del 1945 e del 1989.

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tessera elettorale: averla su app IO eviterebbe le corse in comune la domenica ai distratti. A patto che i seggi e le leggi si adeguino.

In generale in caso di smarrimento dei corrispondenti fisici possono essere un buon salvataggio, purchè siano accettate.

Esiste anche il pdf con QR-code che funziona benissimo con biglietti ferroviari e aerei, ad esempio. Si potrebbe scaricare da casa evitando la corsa in comune. Invece di uno smartphone per elettore ne basterebbe uno alla sezione elettorale con il lettore di QR. La stessa tecnologia che oggi ha un controllore ferroviario.

Una delle cose che meno mi convincono di soluzioni come la app IO, e ovviamente di AI di cui oggi si parla di continuo, e’ che non si attende che una tecnologia sia portata a maturazione, diffusa e usata ma subito ne presentano una nuova, in sua sostituzione.

L’UE sta imponendo tecnologie delle quali non ha ne’ knowhow ne’ licenze. E’ pericolosissimo. Oltre che masochista.

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Concordo. E’ autolesionista, pericoloso, masochista e discriminante.
Se un domani andassimo in conflitto pesantemente con USA o Cina non potremmo più votare (e altro, fosse solo questo), se solo decidessero di spingere un bottone e bloccarci (vedi la Russia che dall’oggi al domani si è trovata fuori da SWIFT perchè l’Europa ha deciso così e buon per lei che avevano già pronto il sistema alternativo, cosa che da noi ovviamente manca). Potremmo fornire a Stati esteri l’opportunità di sapere granularmente chi vota e dove e a che ora, con le ovvie conseguenze se a qualcuno venisse in mente di provare a influenzare il voto in qualche modo. Impedirebbe di votare in caso di furto del telefonino. Eccetera.
Il pdf con qrcode e ancora di più lo smartphone obbligano il cittadino a possedere un apparato fisico (telefono o pc+stampante) che ha dei costi. E gli anziani sono in difficoltà con ogni apparato tecnologico, qualcuno li dovrebbe aiutare (non so se avete anziani in casa, io sì, autosufficienti e lucidissimi, e ogni volta che per esercitare un diritto hanno bisogno di aiuto, la vivono come un’umiliazione).
La tessera elettorale rilasciata dal Comune consente il voto anche al più nullatenente e anziano dei cittadini.
Senza contare i problemi tecnici per la lettura dei codici qr di 30 milioni di persone lo stesso giorno, se s’è un inghippo al sistema si blocca la democrazia di tutto uno Stato perchè la tessera è solo uno degli anelli di un sistema più ampio!
Poi lo so anch’io che ci sono quelli che vivono lontano dall’ufficio elettorale e quelli che hanno problemi di movimento, ma la stragrande maggioranza sono quelli che ho descritto io, e lo dico perchè ho vissuto alcune elezioni da dentro. Per me sta cosa ha senso solo se viene messa in aggiunta, MAI in alternativa alla tessera fisica. Ma soprattutto se ad essa si abbina un serio processo di educazione civica, perchè non si può sempre perdere tempo a rincorrere le paturnie di cittadini viziati. Ci sono quelli che lavorano e fino al giorno delle elezioni non hanno tempo di andare in anagrafe, certo, ma una parte enorme sono quelli che la tessera la imboscano in qualche cassetto come fosse uno scontrino insignificante del bar e non la trovano più, quelli che finiscono lo spazio dei timbri e in 3 anni non gli viene in mente di fare la nuova, quelli che stanno sul divano a guardarsi video su TikTok per intere mattine e si decidono ad andare in anagrafe solo il giorno che si vota, brontolando pure per la fila.
Prima di mettere la tessera elettorale sullo smartphone andrebbe fatta una campagna di comunicazione per ricordare che il voto è una cosa seria, che la tessera elettorale va trattata con rispetto e che si può (e deve) chiedere anche senza aspettare l’ultimo minuto. Così magari dematerializzarla non serve più.

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in Europa per ora si produce poca elettronica e ancora meno prodotti elettronici finiti, anche stampanti e computer sono quasi sempre importati.

Il problema risiede semmai nei sistemi operativi, più che nell’hardware.

Di recente è stato pubblicata una iniziativa UE per incrementare la produzione di semiconduttori in UE:

La logica di questo strumento è gestire in maniera strutturata lo stoccaggio e la condivisione di dati di interesse nazionale o comunitario dal cittadino a qualcuno. Questo qualcuno può essere una forza dell’ordine (controllo di routine dei documenti) così come un privato (ad esempio i check di una struttura alberghiera come indicato da @dicaeffe ). Non serve dare tutti i dati presenti nel documento ma solo un subset, lo strumento wallet serve per dare quel che serve a chi serve, in maniera tale da limitare “fughe”.

Così come noi diamo solo certi dati via spid ad un sito web per entrare in un servizio, il digital wallet darà solo i dati richiesti al destinatario della verifica.

Sommato al fatto che certi documenti sono leggibili solo quando usciti dalla stampante e si logorano subito, così si legge per bene(e risolviamo i thread settimanali su “la foto sul documento pare un quadro di kandisky”, “perchè sembro la sacra sindone quando gli ho dato una foto a colori?”, “devo chiamare il CERN per leggere cosa sta sulla mia patente, qualcuno ha il numero?”, “perchè in [ALTROSTATOUEACASO] stampano in maniera più chiara di noi la CIE?”).

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I tuoi argomenti sono corretti e condivisibili, ma restano aspetti di fondo irrisolti e che per un pezzo continueranno a esserlo. La dipendenza europea per le tecnologie HW e SW e i problemi cognitivi, o di interazione con le tecnologie digitali, per una parte considerevole della popolazione. Me compreso, e sono decenni che il software lo sviluppo.

Il digital wallet come tale non mi spaventa se (1) e’ facoltativo e (2) tutti i dati rilevanti sono in un repository centrale che serve anche da ultima istanza di riferimento. Esempio pratico. In ANPR si potrebbero caricare patente, certificati di studio, risultati di esami di stato, tessera sanitaria, tessera elettorale e numerosi altri documenti. La app IO potrebbe servire da client smart, anche offline. Ma in alternativa si dovrebbero potere scaricare i certificati di cui sopra anche con un normale browser. Il tutto basato non sulle app (IO, ad esempio, funziona su SW libero tipo f-droid?) ma su protocolli di interfaccia e di identificazione. A quel punto HW e SW diventano meno rilevanti, serve solo il rispetto di protocolli di comunicazione. Poi se uno vuole tenere la patente sul wallet, affari suoi. Ben venga.

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Da quel poco che capisco (sommato alle comunicazioni molto “fumose” da Bruxelles), l’obiettivo finale è di avere eID come sorgente della validità del dato identificativo(io sono X) e poi incastonare le funzionalità accessorie (X ha una copertura sanitaria europea e X ha l’autorizzazione a guidare veicoli di tipo Y) dentro a vari database locali interoperanti, esponendo la sommatoria delle abilitazioni sotto forma di tessere virtuali esposte dentro al wallet nazionale. Anche io nutro scetticismo visto che cose logicamente simili(green pass) hanno messo in luce che il punto debole non è la piattaforma ma il data entry(posso fare anche fort knox ma, se il primo baluba con diritti di aggiungere o modificare i dati mette quel che vuole, cosa serve tutto sto catafalco?)

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A parte il primo, non ho capito a quali principi ti riferisci.

1945 - termine 2. guerra mondiale
1989 - crollo delle dittature in Europa Est, apertura del Muro di Berlino e confini simili. URSS esisteva ancora ma era gia’ in atto una revisione interna di ideologia e metodi. Nel 1991 si e’ sciolta anche URSS.

Matteo, hai ragione quando dici che risolveresti i thread settimanali su CIE eccetera (che se banalmente si usassero font più grandi come fanno all’estero si dimezzerebbero già), ma se ne aprirebbero altrettanti su “il mio cell non apre la sezione wallet”, o “il qr non viene riconosciuto” o “il mio android non scarica IO” e simili.
Quanto a

è un’affermazione molto relativa. Già ora SPID potrebbe limitare i dati che dà ma non lo fa. O meglio non lo fa a monte, lo fa a seconda del servizio che lo chiama. Anche a livello 1, ho visto servizi che ti chiedono di acconsentire a comunicare loro TUTTO, dai tuoi dati all’indirizzo ecc., altri che prendono solo nome cognome e cf. Il wallet non sarebbe diverso, uno ti chiederebbe il minimo e altri si prenderebbero di più.
E come con spid puoi solo acconsentire o negare in blocco il trasferimento che ti viene presentato, lo stesso sarebbe col wallet. Quindi “quel che serve a chi serve” lo tradurrei “quel che vuole chi chiede i tuoi dati”. Non sei TU titolare dei dati a decidere quale subset esibire e quale no. O esibisci tutto quello che ti viene chiesto o lo neghi tutto. E stai pur sicuro che moltissimi chiederebbero tutto, come adesso con la c.i. fisica

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Scusate il doppio messaggio ma mi è venuta in mente una cosa.
Alla fine, a che diamine serve una tessera elettorale virtuale???
Perchè non si reingegnerizza completamente il processo invece di banalmente riprodurre in digitale ciò che è cartaceo? Il diritto voto si può verificare diversamente dalla tessera.
La tessera elettorale (assieme al registro votanti) serve per capire se Tizio può votare, se può farlo per tutte le consultazioni e se può farlo nella sezione 11 o deve andare alla 45, e se ha già votato. Ora, invece di trasformarla in digitale con qr eccetera perchè più semplicemente (penso) non si usa SPID e basta?
Si crea un programma da installare su pc/smartphone del presidente (o scrutatori) per cui al seggio il cittadino inquadra il qr code della sezione, digita la psw e sullo smartphone/tablet/pc del presidente/scrutatore si vede se può votare (OK col numero identificativo del registro votanti) o no (KO e in tal caso in che sezione deve andare).
Ossia, si apre il database dell’ufficio elettorale ai seggi (quante volte devono telefonare dai seggi per chiedere “il sig. Rossi non è nel mio registro, ha cambiato casa e non ha ricevuto il talloncino, mi dici in che sezione deve andare?”) in modo che ogni sezione possa vedere se chi ha davanti può votare lì o -se no- compaia il messaggio di dove deve andare.
In prima battuta si può registrare ancora a mano il voto sul registro analogico, a tendere si digitalizza pure quello e quando la persona ha votato si ‘smarca’ così se prova a rivotare il suo codice è ‘bruciato’. Un pò tipo un biglietto di ingresso al cinema/museo, nulla di clamorosamente complesso.
Anzi si potrebbe (dovrebbe?) prima dematerializzare il registro votanti, poi la tessera elettorale, che ‘smarcare’ le persone che votano si può fare sia che si siano identificate con una tessera cartacea che con IO.

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A questo punto ci si puo’ chiedere a cosa serva la Tessera elettorale.
In ogni seggio c’e’ una lista cartacea con i nomi di tutti gli elettori registrati per quelle particolari elezioni. Che informazione offre in piu’ la Tessera Elettorale rispetto a quel registro?
Se a uno viene tolto il diritto di voto immagino che il Comune lo togliera’ dalla lista, che quindi e’ piu’ aggiornata rispetto alla Tessera.
Ho votato in diversi paesi. A ogni seggio c’era la lista degli elettori approvati, ma non serviva una Tessera particolare. A seconda dei casi poi ci si identifica con passaporto, Carta Identita’, Permesso di Soggiorno… come e’ piu’ comodo.

La tessera serve per il numero stampigliato sopra, univocamente associato al votante.
Al seggio lo scrutatore verifica l’identità (la stessa indicata in tessera), controlla sul registro se l’elettore c’è e a che numero, annota il numero scritto in tessera+quello del registro cartaceo su un ulteriore registrino cartaceo.
Con il numero del registro + il numero della tessera trascritti sul registrino sai al volo quante persone sono venute a votare (utilissimo per il numero di tessere schede che devi trovarti alla fine) e chi sono, pur non scrivendone i nomi. In caso di problemi vedi subito se il numero della tessera elettorale corrisponde o no.
Il sistema funziona ottimamente, ma digitalizzarlo così com’è è assurdo. Lo stesso risultato si può ottenere in modi meno macchinosi, in digitale. Semplicemente si tratta di verificare un’identità e i permessi di una persona, e progressivamente aumentare di 1 il numero dei votanti.
Banalizzo, ma la tessera del tifoso che apre i tornelli dello stadio fa la stessa cosa. Sostituite la tessera di plastica con SPID e avete dematerializzato la tessera elettorale.