Il che mi ricorda il punto ZERO della mia lista:
0. Consip faccia il salto di qualità dell’usabilità vera. Bisogna che CONSIP finalmente si faccia carico anche del DOPO stipula degli accordi quadro, e del catalogo prodotti del MEPA, e misuri la soddisfazine degli utenti finali non solo per le cose di cui è sicura del buon funzionamentoma anche per quelle che sa danno problemi.
Es. ogni singolo accordo quadro di noleggio fotocopiatrici che ho stipulato, ho avuto il funzionario consip che è venuto a controllare se le date di consegna erano state rispettate dal fornitore, se eravamo soddisfatti della qualità delle macchine, se avevamo suggerimenti per il futuro ecc.
MAI una volta che si sia visto qualcuno su accordi in cui era palese ci fossero problemi, e penso in particolare alla PEC: non conosco nessuno che sia contento del servizio offerto. Caselle di dimensioni ridicole, ricerca limitata a 3 mesi in 3 mesi, opzioni di ricerca archeologiche e così via. E quando ho provato a segnalare che c’erano difficoltà, spallucce.
Ancora, il catalogo MEPA è stracolmo di fornitori con prezzi civetta da 0,01 cent a pezzo con limitazioni di vario tipo all’acquisto (es. millemila pezzi minimo ecc) inseriti solo ed esclusivamente per indurre il funzionario a fare l’ordine e consentire al fornitore di avere un contatto per chiamarlo e offrire poi un ALTRO prezzo, ma Consip ritiene non sia suo compito eliminare questi prezzi e prezzi fermi da anni e anni, di fornitori che se ne disinteressano. Poi non conosco il lato impresa, ma anche a sentire le ditte la gestione del catalogo non è banale… In generale il catalogo MEPA è quanto di più controintuitivo esista, sia per la ricerca dei prodotti in sè (è un pò che non provo ma un tempo cercare HP o H.P. o Hewlett Packard dava risultati molto diversi) che per le opzioni di confronto prezzi e prodotti. Se si vuole che sprigioni il suo vero potenziale bisogna che diventi un Amazon della PA, con tanto di recensioni degli uetnti sulle imprese e sui prodotti.
E’ stato un vero peccato che Diego Piacentini fosse legato da vincoli di riservatezza e magari in conflitto di interessi sul tema e quindi non abbia potuto occuparsi dell’argomento, perchè lui aveva le competenze necessarie e sarebbe stato l’uomo perfetto per trasformare il MEPA in un ecommerce decente. Se il MEPA fosse agile e funzionale i risparmi sarebbero enormi.
Aggiungo anche, sebbene sia assai poco vendibile a Bruxelles come riforma vera, il divieto assoluto a pena di sanzioni corporali di chiedere monitoraggi su dati già noti. Un pò una sorta di replica del divieto di chiedere al cittadino cose in nostro possesso (o di altre PA).
Il tempo che i funzionari perdono a rispondere a monitoraggi continui è una cosa che solo chi vive fianco a fianco con loro può capire. Eppure è un continuo di richieste da Corteconti, MEF, ISTAT, Interno, funzionepubblica… che spesso chiedono cose simili ma che divergono di poco per cui non puoi rimandare quelllo che avevi mandato a un altro. Tra l’altro, ad anno finito ti chiedono cose che non ti avevano detto prima di rilevare quindi devi andare a ritroso impazzendo (o inventando-approssimando, come taluni fanno). E uno vuole il pdf firmato, l’altro l’xls, l’altro il caricamento manuale su una piattaforma, l’altro la PEC…
Non si potrebbe accentrare tutti i monitoraggi su un solo soggetto (es. ISTAT) che faccia da collettore per tutti i ‘curiosoni’ e raccolga i dati di ogni tipo (su personale, pagamenti, procedimenti…) in modo sistematico e decente (magari con la piattaforma nazionale dati) e li estragga di volta in volta da solo e senza fare impazzire gli uffici finali? Non penso a un ulteriore passaggio per cui la richiesta di Corteconti arriva a ISTAT che poi la gira a me, ma a un filtro per cui ISTAT risponde da sola elaborando e inviando i dati che io le ho mandato tempo prima.