Servizi digitali e futuro della PEC

Fatto anche io, la sequenza consente di usare anche CIE ma fallisce se lo fai. Furboni quelli di infocert :stuck_out_tongue:

Consente di usare anche CIE per la prima identificazione o per la procedura successiva 2FA?

Ho verificato le loro istruzioni online e mi sembrano in linea con le mie aspettative. Pagamento per bonifico bancario, verifica identita’ tramite upload di copia di documento (farlo online con PIN avrebbe naturalmente maggior senso), invio di notifiche di ricezione messaggi alla posta normale, cosi’ si evita di dovere controllare spesso la casella.

La sequenza che ho fatto io è quella da utente preesistente, dove ti rimbalza sul portale combinato del idp del ministero dell’interno ma probabilmente ci sta qualche errore nell’accettazione del flusso saml/oidc di ritorno dallo stesso se selezioni CIE.
Non ho idea in quale momento ti chieda questa validazione su nuovi clienti(durante o dopo enroll).

Salvatore De Benedictis fa il punto sulla TRANSIZIONE dalla PEC alla REM

1 Mi Piace

@Paolo_Del_Romano
ottimo articolo che chiarisce punti di forza e debolezze della PEC, grazie

CIto dalle conclusioni “Probabilmente il “peccato” è originale: data la obbligatorietà del domicilio digitale, si sarebbe potuta prevedere l’assegnazione di un domicilio digitale “d’Ufficio” da parte del registro delle imprese o dell’Ordine professionale di appartenenza, magari con un canone a prezzo calmierato per la gestione della casella; ma probabilmente oramai siamo andati troppo avanti, e modificare le regole del mercato, assestate su rendite di posizione oramai consolidate da parte dei provider di PEC, sarebbe una strada di difficile accesso.”

In Germania hanno provato a fare la PEC come in Italia ed e’ risultata un disastro. Non la usa nessuno a iniziare dall’amministrazione.

In Estonia la PEC e’ automatica di stato e gratuita. L’indirizzo e’ <codice_fiscale>@eesti.ee e la usano tutti. La casella prevede un avviso di cortesia che segnala per SMS, email o entrambi se c’e’ un messaggio in arrivo. La stessa casella puo’ essere usata per le mail in partenza, verso la PA statale/ comunale. Per tutto il resto, ad es comunicazione tra aziende, esiste gia’ la email normale, da qualche decennio, con gli avvisi di ricezione.

In Italia la PEC viene usata perche’ obbligatoria e senza alternative. Chissa’ in quanti la userebbero se in una situazione di mercato effettivo e non oligopolista ci fossero alternative, ad esempio la casella pubblica di stato.

Spero nella PEC europea ma temo che una Commissione incompetente in materia IT (se fosse solo in quello!) riuscira’ a complicare la vita di tutti gli europei. Ma se sara’ interoperabile (2030? 2040? mai?) apriro’ una casella in uno stato e presso un fornitore flessibile sulla scelta degli strumenti di identificazione e accesso.

1 Mi Piace

Considerato che il costo di un abbonamento o rinnovo annuale di un indirizzo PEC è tendenzialmente inferiore a 10€ IVA inclusa (spesso anche meno) e considerati gli oneri camerali per le imprese individuali e societarie e gli oneri di iscrizione agli Ordini professionali credo che si sarebbe potuto tranquillamente fornire ai soggetti attualmente obbligati INIPEC uno spazio gratuito con tutte le caratteristiche che il nostro ordinamento giuridico impone in ordine a certezza del mittente, del destinatario e della data/ora, autenticità, integrità, non ripudiabilità, sicurezza ecc… Per le persone fisiche attualmente non obbligate INIPEC si sarebbe potuto fare lo stesso con un piccolo assestamento impositivo (il peso specifico di pochi euro è irrilevante). Non è che per forza sia necessario contrapporre in modo conflittuale il servizio pubblico con Il mercato privato; questo potrebbe non essere affatto travolto, se si ipotizzasse di mettere a procedura di gara l’affidamento del servizio su basi ristrette o territoriali non pregiudicando potenzialmente alcun attuale gestore (ovviamente non transigendo sulla indefettibile continuità operativa in caso di interruzione e subentro da parte di altro affidatario-aggiudicatario).

questo se avessimo una classe dirigente (a livello tecnico e politico) in grado di capire gli effetti delle loro decisioni :roll_eyes:

1 Mi Piace

Per gli atti tributari il domicilio digitale parte a regime dal 30/4/2024

Evidenzio in particolare questo passaggio dell’articolo citato:
image

1 Mi Piace