Come giustamente dice @Paolo_Del_Romano è una questione lato-sensu “politica”; il Ministero dell’Interno non è inserito nei certificatori accreditati qualificati, per non bruciare l’attività economica dei fornitori di firma digitale (chi avrebbe più necessità di acquistare, spesso ad un prezzo non propriamente politico, un dispositivo di firma, un certificato di sottoscrizione e un certificato di autenticazione da Infocert, Infocamere, Aruba, Namirial, Poste Italiane ecc…?)
Per il resto non dimentichiamo che un conto è l’identificazione di un soggetto e un altro è l’apposizione di una firma ad un documento, lavorano su due piani diversi.
La differenza tra AES e QES è il tipo di certificato usato nel processo di firma. AES va bene tutto, QES vuole un certificato con ruolo “Digital Signature”. La CIE ha dentro un solo certificato col ruolo “Authentication” a differenza dei dispositivi di “firma digitale” che ne hanno due (uno per “Digital Signature” e uno per “Authentication”).
I programmi di gestione documenti firmati che validano correttamente le firme AES si contano sulle dita di una mano a causa della stortura di usare certificati che non nascono per il ruolo di signature, basterebbe dare le CIE con i certificati giusti(due al posto di uno) ma ammazzerebbe l’oligopolio degli emittenti di firme digitali.
prima o poi si dovrà fare …vediamo se il sottosegretario Alessio Butti, colui che si è presentato come il semplificatore del sistema degli strumenti di identità digitale, avrà il coraggio di fare
ecco perchè la ridondanza di Spid risulta attraente rispetto alla (attuale) CIE
Chissà se la SLA del ministero ci da diritto a rimborso per mancata disponibilità