Sarebbe molto utile effettuare una verifica della partita IVA e/o del codice fiscale del Cessionario / Committente in fase di generazione della fattura elettronica.
in alternativa si possono effettuare dei semplici test di validità (che però non garantiscono che la partita IVA o il codice fiscale siano assegnati e attivi), si veda ad esempio questa eccellente risorsa: http://www.icosaedro.it/it-index.html
In conclusione, sarebbe molto utile avere degli endpoint SOAP/XML o RESTful/JSON dei servizi AgE
verificaPiva e verificaCf !
ma sinceramente l’utilizzo del captcha non è un grande problema, realizzare quello che proponi sarebbe sicuramente utile ma difficilmente verrà realizzato per via dei costi e della scarsa domanda che vi è di uno strumento fiscale simile…
Il captcha è accettabile per uso da parte di umani, ma rende impossibile automatizzare ed integrare la verifica della validità della Partita IVA con altri sistemi, es. con un app per la generazione delle fatture o con un servizio per la ricezione.
Esporre un servizio di validazione P.IVA ha un costo molto basso in relazione ai benefici (riduzione errori, usabilitĂ ).
Penso che con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica tra privati il 1 gennaio 2019 ci sarà un’enorme necessità di integrare app, servizi e sistemi per rendere la transizione indolore.
Anch’io mi unisco a questa conversazione dicendo che è veramente estenuante ogni volta controllare la validità della partita IVA da quel sito internet. Mi tocca ogni volta emettere fattura differita in quanto non posso far attendere il cliente per la verifica dei dati ma non posso nemmeno permettermi di emettere un documento fiscale con dei dati sbagliati!
Sarebbe perfetto poter avere un API che indica tutti i dati camerali attribuiti al numero di partita iva ricercato! Così non sbaglio più a mettere la ragione sociale del cliente, oppure sono sicuro di aver selezionato la partita iva giusta!
In questo modo è anche molto più veloce la compilazione e verifica dei dati dei clienti che può essere fatto in automatico tramite API
Mi unisco alla richiesta. Ho appena perso ore per rintracciare un cliente di gennaio solo perchè mi aveva dato una partita iva con due cifre invertite (che sintatticamente risultava valida) e oggi lo spesometro mi è stato rifiutato perchè quella partita iva risultava cessata. Possibile che io che ho un servizio online in cui la gente compra in autonomia ed inserisce la propria partita iva in autonomia poi debba controllarmi le partite iva su una pagina con il captcha?
Siamo nel 2018… ma del resto è ancora meglio spendere le energie a fare condoni che a semplificare la vita a chi fa le cose in regola.
Anch’io mi unisco a questa richiesta, credo basterebbe poco, il sistema è già esistente sul loro sito, basterebbe soltando creare un API RESTful partendo da quello che già hanno a disposizione.
sto lavorando sul tema REST/Json API per il codice_fiscale.
Sarebbero utili - in base ai servizi (eg. FatturePA, …) - i flussi di errore che l’AgenziaEntrate deve gestire in caso di codice fiscale non valido ed il relativo effort/procedure manuali.
Eg. FatturePA - Sistema Di Interscambio
invio fattura con codice_fiscale non presente in Anagrafe Tributaria
il SDI processa tutto l’XML della mia fattura
il SDI valida i singoli campi e si accorge che il codice_fiscale non è presente in Anagrafe Tributaria
il SDI ritorna un messaggio di errore, e/o invia una notifica via PEC e/o invia una notifica di non accettazione che richiede un’azione manuale
Buonasera mi unisco alla conversazione in quanto sarebbe molto utile avere un servizio richiamabile online da qualunque altro sistema per la verifica dei dati fiscali. Mi fate sapere se avete trovato servizi per l’esigenza?
seguo…molto interessato alla cosa.
non capisco come mai non ci dovrebbe essere un interesse generalizzato a questa problematica, come minimo tutti i siti di eCommerce che permettono fatturazione dovrebbero averne bisogno…
Mi unisco e porto il mio caso d’uso.
In Fatture in Cloud stiamo lavorando per eliminare il maggior numero di ostacoli nel flusso di creazione e invio delle fatture (elettroniche e non).
Avere un servizio che permetta di verificare il codice fiscale e la partita IVA permetterebbe di eliminare alla radice tutti questi errori in fattura (di digitazione o di altro tipo). Per la questione dell’invio al Sistema di Interscambio, come diceva sopra @Roberto_Polli, permetterebbe di evitare un invio inutile per poi ritrovarsi subito dopo la fattura scartata per CF errato o partita IVA cessata (e dover probabilmente contattare il proprio cliente per chiedere i dati corretti).
Un servizio di questo tipo sarebbe utilissimo in tutti i contesti in cui si ha a che fare con fatturazione / gestione documentale, verifica di esistenza di aziende, gestione interna aziendale, etc.
Per quanto riguarda il servizio del VIES, l’ho provato e funziona, ma non credo possa risolvere molti problemi. Non tutte le partite IVA sono registrate al VIES e in ogni caso la registrazione richiede tempo, per cui una partita IVA appena attivata non è disponibile da subito.
Ciao Matteo.
Grazie per la tua risposta. Mi è chiaro il vantaggio della validazione preventiva.
Sai descrivere cosa comporta e quale è il lavoro che comporta la gestione di uno scarto e per l’agenzia delle entrare e per l’azienda o l’intermediario?
Non credo di aver capito il “formato” di cui parli, ma ci provo:
Fatturazione automatizzata con inserimento dati da parte del cliente
Il cliente compra con carta di credito e immette i dati di fatturazione
controllo la validità sintattica della partita iva ed è ok
8 mesi dopo invio lo spesometro che mi viene rifiutato per partita iva scaduta
controllando sul sito (con captcha) vedo che la partita IVA è associata ad una realtà completamente diversa dal mio cliente, ma non ho strumenti per capire altro.
cerco di rintracciare (con molte difficoltĂ ) il cliente per scoprire che aveva invertito due cifre nella sua partita iva, generandone comunque una sintatticamente corretta.
se avessi potuto fare un lookup immediato sulla partita iva si sarebbe accorto in autonomia di aver inserito dati errati.
se non fossi riuscito a rintracciare il cliente avrei dovuto inventarmi un codice fiscale e inviare dati falsi per poter comunque adempiere allo spesometro?
Suppongo che l’errore che mi ha dato lo spesometro quando passerò alla fattura B2B mi venga dato dallo SDI: in parte migliora perchè ci si accorge prima del problema senza che passino mesi.
Allo stesso tempo, con la fattura B2B, se il cliente inserisce una P.IVA non sua per errore MA allo stesso tempo esistente e valida, la fattura verrebbe o consegnata all’azienda sbagliata oppure consegnata all’azienda giusta (se via pec) ma con partita iva sbagliata.
Una API di controllo preventivo sembra la base per evitare errori di questo tipo.
Chi emette la fattura, dopo aver effettuato l’invio, è convinto che tutto sia tutto andato a buon fine. Solo in seguito viene notificato che la fattura è stata scartata
Chiaro
si partirĂ con 10 giorni
stai dicendo che lo SDI può notificarti lo scarto fino a 10gg dopo l’invio?
a quel punto, deve attivarsi per recuperare i dati corretti
In questa prima fase l’obiettivo è verificare la sola esistenza del CF/PIVA e non l’associazione
con la denominazione. Questo vuol dire che - fintanto che inserisci il CF di un’altra persona in vita -
non copriamo il caso del recupero delle informazioni. Ovviamente questo è un obiettivo per una fase successiva.
blocco della fatturazione
spreco di tempo per recuperare questo dato.
Vedi sopra. In Fase1 non recuperiamo il dato, facciamo solo valido:si/no
problema [per i] termini legali di emissione della fattura elettronica:
In prima battuta vorremmo far rilasciare all’AgE solamente l’API di verifica dell’esistenza della PIVA/CF,
quindi il tuo caso d’uso lo tengo in caldo per la Fase 2.
Dovremmo quindi verificare con AgE se la validazione che fa’ lo SDI include il controllo della denominazione.
Sapete dirmi qual è l’effort per l’AgE della gestione degli scarti? Deve fare qualcosa di specifico oltre a notificarli?
No, ma chi effettua un’operazione di vendita deve emettere fattura e consegnarla al SdI entro 10 giorni dalla data dell’operazione.
Sì certamente, anche se in realtà , per quanto riguarda la partita IVA, il servizio con captcha esistente lo fa già , per cui non credo che questa sia una criticità .
Mi riferisco a quello all’indirizzo Agenzia delle Entrate - Verifica partita Iva.
In ogni caso la verifica preventiva permette di conoscere la problematica prima di effettuare l’invio e di gestirla in modo alternativo / organizzarsi per tempo.
Faccio un esempio:
Un’azienda deve pagare un servizio ad abbonamento (caso interno dell’azienda in cui lavoro). Al momento del pagamento la sola verifica preventiva può evitare che venga inserita una partita IVA cessata o un codice fiscale non esistente (l’utilizzo degli strumenti di calcolo automatico del codice fiscale è davvero molto frequente, anche se il codice risultante può essere errato per omocodia o errori di input).
Credo che questo non venga fatto.
No, dovrebbe essere solamente questo. Il problema ricade soprattutto su chi emette fattura.
Il commesso la riporta ma il cliente ha dato la partita iva precedente o di un’altro.
*escludo lo spesometro perchè di fatto la fattura viene inoltrata il giorno stesso
in caso di conservazione sostitutiva immediata, viene messa in conservazione una fattura errata
in fase di invio a SDI si riceve la notifica di scarto. Ora è immediata ma dato che SDI si prende fino a 5 giorni per la consegna della fattura in caso di sovraccarico, è possibile che la notifica arrivi anche dopo 1 o 2 giorni.
il progressivo di invio aumenta, non è ancora chiaro (sembra non ci siano notizie in merito ) se il codice identificativo SDI sia univoco o si resetti annualmente ma sarebbe preferibile evitare una progressione che si può evitare
provo a fare un paio di conti.
al 31 maggio sono stati inoltrate a SDI 2.659.649 fatture per le PA e 47.085 a privati.
statisticamente parlando quelle scartate per codice fiscale non sono molte, circa lo 0.2%
Non ho trovato dati sulle fatture mensili verso privati ed esteri emesse in italia ma ritengo che siano almeno 300% o il 400% in più rispetto alle fatture PA, del resto molte aziende che fanno anche 10.000 fatture all’anno emettono verso la PA solo 2 o 3 fatture.
quindi spariamo letteralmente a caso un numero e diciamo che potenzialmente le fatture B2B al mese sono 2.659.649 * 300% che corrisponde ad oltre 700.000.000 fatture B2B al mese.
anche con uno scarto base del 0.2% (1.400.000) non sarebbe preferibile per il sistema informatico di SDI con relativa gestione delle successive notifiche /associazioni di nuovi identificativi , evitare di trattare il 60% delle fatture che riceveva a maggio?