Buongiorno e prima di tutto buone feste!
Secondo me è importante dare un minimo di contesto, che sarebbe necessario conoscere prima di esprimere giudizi anche a volte molto netti come vedo in questi post Per questo il mio commento sarà forse un po’ lungo ma penso sia doveroso per tutti capire qual è il terreno su cui si è operato e si opera.
Parlo espressamente del catalogo servizi, servizi.gov.it, attraverso cui censire i servizi che la PA eroga ai cittadini/imprese (inclusi quindi anche quelli disponibili mediante SPID).
Il catalogo, come detto più volte, nasce da un modello concettuale sui servizi pubblici. Il modello italiano CPSV-AP_IT è un’estensione dell’analogo modello Europeo (CPSV-AP), definito nell’ ambito di gruppi di lavoro europei, aperti a tutti gli stati membri e a tutti i possibili stakeholder (privati e pubblici).
Per garantire l’interoperabilità tra i vari modelli è necessario rispettare alcune regole quando si creano le estensioni. Nessuno di noi quindi si è alzato una mattina inventandosi cose a caso Abbiamo seguito delle regole pensando all’interoperabilità anche transfrontaliera, visto che il tutto dovrebbe inquadrarsi nel lavoro della Commissione Europea relativo alla creazione di un catalogo europeo dei servizi pubblici che attinge dai cataloghi nazionali dei vari Stati Membri.
La classificazione NACE è una delle classificazioni menzionate nel modello europeo (modello che nasceva diversi anni fa per la catalogazione dei servizi pubblici alle imprese esteso poi a tutti i servizi). Non so quanti di voi lo sanno ma la classificazione NACE è la madre della classificazione Ateco 2007, quest’ultima definita in Italia dall’ISTAT. L’ISTAT anni fa aveva fatto un primo tentativo di analizzare servizi pubblici delle PA utilizzando proprio la classificazione Ateco, che tecnicamente è quindi una variante della NACE.
Tenuto conto di tutto questo contesto, abbiamo deciso di adottare quella Europea, già menzionata nel profilo madre CPSV-AP. Dire, pertanto, che è concettualmente sbagliato, mi sembra affermazione un po’ troppo forte: forse, ancora una volta, si può non essere d’accordo con la prospettiva di classificazione, ma non ritengo sia concettualmente sbagliato.
Il profilo italiano però ha esteso le classificazioni del profilo europeo con la classificazione dei temi (13 temi sempre definiti in ambito europeo ed elencati da @umbros ). Anche in questo caso c’è una precisa scelta metodologica: l’idea era quella di uniformare la classificazione di dati con quella dei servizi per abilitare possibili collegamenti tra i due mondi che potenzialmente possono essere strettamente legati tra loro.
Ma non finisce qui, il profilo italiano consente di specificare delle parole chiave. Non vedo perché, per esempio, non usare nelle parole chiave proprio alcuni termini della classificazione proposta (che tra l’altro mi sembra molto italiana e non può che andare a sommarsi a quelle citate nel profilo europeo, sempre in virtù dei discorsi sopra fatti relativamente alle estensioni dei profili europei. Per altro la prima lista inserita nei post mi sembra un mix di roba, in certi casi proprio di servizi stessi).
Infine, come detto anche da Umberto, abbiamo fatto una consultazione pubblica di un mese a cui ha risposto solo UNA persona (e non sulle classificazioni) le cui istanze sono state portate proprio a livello di gruppo europeo.
Nel catalogo si cercherà per temi, settori ma si sta lavorando molto per collegare i servizi anche attraverso le parole chiave specificate. Esistono poi le classificazioni per eventi della vita del cittadino e dell’imprese.
Nessuno ci vieta di aggiungere altre classificazioni, che seguono altre prospettive. Dall’esperienza con le classificazioni mi viene da dire che non esiste LA classificazione madre, ma a seconda dei vari punti di vista, alcune si adattano meglio di altre. In questa prima fase, visto che ancora non abbiamo iniziato a raccogliere i dati dalle PA, tenuto conto che il modello è abbastanza ricco, ci sembrava utile iniziare da quelle già raccomandate a livello europeo, con una estensione, e incrementalmente estendere, ove necessario, con altre anche in base all’uso che ne faranno sia le PA sia gli utenti finali del catalogo stesso.
Non è nemmeno più di tanto vero che non esiste una cabina di regia centrale. Nel catalogo servizi sono presenti i cosiddetti modelli di servizio, meglio forse intenderli come template precompilati. E questo è soprattutto vero per le PAL. Nei template precompilato è già stato fatto uno sforzo di fornire in maniera uniforme i nomi dei servizi (nessuno li può modificare), e per questi le classificazioni per temi, settori e per parole chiave secondo quanto sopra descritto. E’ vero che è facoltà della PA cambiare le sole classificazioni (e anche questo è stato dettato da una precisa scelta) ma un tentativo di uniformare il tutto a livello nazionale c’è.
Una critica (cerco di portarmi avanti ) potrebbe essere: ma i template precompilati sono vecchi e non coprono tutti i servizi che le PA hanno. Vero, ma nello sviluppo dell’architettura complessiva del catalogo è previsto che nel caso la PA non trovi il servizio da censire tra i template precompilati possa crearne uno ex-novo. Sarà lei a inserire le classificazioni relative, ma quel servizio potrà contribuire a creare un template pre-compilato per altre PA che verranno dopo di lei nell’inserimento di quello stesso servizio. Per fare questo ci sarà una fase di validazione dal centro.
Spero di aver risposto in maniera puntuale e che sia un po’ più chiaro il razionale di certe scelte. Attenzione anche a non confondere l’elenco dei servizi con le relative classificazioni. Per esempio a livello europeo si è discusso di definire un elenco di servizi di tutta Europa (una sorta di classificazione) ma diversi professionisti hanno assolutamente sconsigliato di farlo e la proposta è caduta.
Se seguite alcune PA per noi nessun problema, come detto da Umberto, a includervi nel gruppo degli early adopter secondo le modalità descritte da Umberto (@Luca_Bonuccelli a dir il vero è già parte degli early adopter ).
Poi magari un giorno faremo questi discorsi anche a quattr’occhi! Rinnovo gli auguri di buone feste!
Ciao,
Giorgia
(collaboratrice AgID)