Domicilio Digitale

Ma non esistono indicazioni su come farlo, come fa il comune di Milano a realizzarlo?

Li ammiro! Gettano il cuore oltre l’ostacolo, come hanno fatto con l’accesso ad ANPR, si assumono qualche rischio e danno un servizio infinitamente utile al cittadino che, contento, li rivota.

Non c’è che dire sono concreti. Io abito a Roma, direi che è l’esatto opposto.

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Beh allora li copio!

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Io uso ormai certificati solo firmati da Sala … anche se potrei emetterli dal sito del comune di Roma, come gesto di ringraziamento.

Il domicilio digitale speciale esiste da mo’.
Le amministrazioni che forniscono la PEC Aruba/ANUTEL contestualmente raccolgono la dichiarazione di elezione di domicilio digitale (speciale).
Bravo Comune di Milano, ben fatto!

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ma quanti sono i comuni che con un click ti fanno fare l’elezione di domicilio digitale?

penso circa piu o meno ZERO :slight_smile:

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ed invece siccome ognuno si muove da se… cercando su internet mi è uscito il… Comune di Albinea

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Quindi il domicilio viene caricato nel database di ANPR ?

Il domicilio digitale eletto non credo proprio che venga pubblicato (quello cui si riferiva @frantheman , messo a disposizione dei cittadini gratuitamente da parte dei Comuni sulla base di una convenzione con ANUTEL e Aruba ), anche perché riguarda particolari affari e solo i rapporti con quel Comune. Senza dimenticare poi che la consultazione di ANPR è tuttora monca per volontà politica (inaccessibile agli uffici pubblici diversi dai servizi demografici)…

Buongiorno @Paolo_Del_Romano , non capisco perche’ mi quoti. Rispondevo a @Andrea_Tironi1 che si meravigliava:

Inoltre io stesso ho detto

soprattutto perché il peso e la visibilità delle scelte di un comune grande può smuovere qualcosa.

Quanto a:

senza entrare nel merito della procedura individuata da Milano che non conosco, ci andrei comunque cauto a farla assurgere come “best practice” a prescindere. Nelle analisi che ho condotto per il mio comune, sono emersi almeno due aspetti critici:

  • verifica della raggiungibilità del domicilio eletto nel tempo;
  • piena validità giuridico-probatoria dell’atto di elezione del domicilio digitale.

I due aspetti si intrecciano con le questione implementative e organizzative:

  • fornire direttamente la casella PEC o farne dichiarare una esistente?
  • procedure online o di presenza? con che livello di formalismo?

Con inoltre una domanda a corollario: si puo’ riferire con certezza quanto ricevuto dal domicilio digitale eletto a chi quel domicilio ha eletto? A seconda delle scelte implementative e organizzative fatte la risposta alla domanda si muove fra il si’ e il no, pur senza mai raggiungere incontrovertibilmente nessuno dei due estremi.

Per info. Ho fatto la procedura milanese e vi invito a fare altrettanto.
Con SPID livello 1 sono entrato nello sportello telematico/fascicolo del cittadino.
Arrivato a pagina con i miei dati anagrafici presi da SPID e una casella per indicare il mio indirizzo PEC.
Ho inserito un indirizzo formalmente corretto ma inesistente e non riferibile a un dominio di posta elettronica certificata (questo perché per adesso non ho intenzione che il Comune di Milano comunichi con me via PEC).
Al clic su OK compare questo:

Non ho idea di cosa avvenga adesso (procedura automatizzata o presidiata da un collega milanese? annotazione nel registro d’anagrafe locale o su banca dati dedicata? forse la seconda perche’ io risiedo altrove… ma visti i precedenti potrebbero farlo temerariamente su ANPR…)

Ci sono gia’ abbastanza elementi per fare valutazioni, anche rispetto agli aspetti critici che ho enunciato nel post precedente.

PS: a scanso di equivoci, non esistendo una procedura nazionale come invece esiste per trattare l’indirizzo di residenza, ogni ente pubblico non puo’ che elaborare ciò che a suo avviso gli sembra sufficientemente sicuro e tutelante e prendersi il rischio.

Fatto con una PEC valida. Ricevuta immediatamente la conferma,


dopo la risposta la mia pagina risultà così.

Si basano sul numero di protocollo a quanto pare per l’dentificazione della risposta, non ci sono link da seguire.

Io direi che se i codici fiscali coincidono (quindi persone fisiche) la risposta è si.

Vi racconto di quanto fa il comune di Caselle Torinese (quello dove risiede l’aeroporto di Torino).
ausuliari (o vigili) girano in auto prendendo le targhe di tutti quelli fermi in auto ad aspettare che arrivi un volo. Non li fermano, non scendono nemmeno dall’auto, poi il comune invia a casa un verbale di contravvenzione (dicendo che per la sicurezza del traffico non ha potuto contestare l’infrazione - cosa evidentemente falsa) COME LETTERA SEMPLICE (niente raccomandata). Insomma dato che molte di quelle infrazioni non avrebbe potuto contestarle e che se le notificasse si troverebbe un sacco di ricorsi, le manda così… nessuna notifica legale, se non ne sai abbastanza quando la ricevi paghi… altrimenti la ignori.

C’entra solo in parte, ma dovevo occupare il tempo aspettando la PEC di risposta del comune di Milano…

Grazie, adesso c’e’ ben più materiale per consentire a chi vuole e ha tempo di fare un po’ di pulci alla procedura e valutarla a tutto tondo e decidere se riapplicarla tal quale al suo contesto.

Su questo, in realtà, la questione è un po’ più sottile.

Ho fatto anche io…pur non essendo residente a Milano.

Questo significa che la prossima multa per divieto di sosta che mi fanno vicino al Duomo me la inviano via pec e quindi mi risparmio di fare la fila all’ufficio postale per ritirarla :interrobang:

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Probabile. Quello che e’ certo e’ che hai scritto la tua PEC in una casellina sul sito del Comune di Milano dopo aver fatto login con SPID. Hai evidenza di cosa il Comune di Milano intenda farci, comunicato stampa a parte?
(Anche questo e’ parte dell’analisi del processo)

Non lo sappiamo ancora ma penso che sia importante incoraggiare le PA che fanno qualcosa per implementare queste preziose funzionalità e voglio pormi come cittadino-utente anche in ottica collaborativa con le stesse per vedere e far vedere che certe cose si possono fare …rispetto ad altre PA che aspettano immobili la “manna che viene dal cielo”.

Inoltre io penso che se si fanno errori si possono anche correggere. Ricordo che quando è partita la fattura elettronica si erano dimenticati di implementare nel tracciato record alcune informazioni che riguardavano intere categorie di lavoratori autonomi (penso alla questione dell’Enasarco degli Agenti di Commercio impostata in modo erroneo) ma poi lo hanno sistemato con degli upgrade successivi.

Invece io penso che bisognerebbe capire meglio quello che il Comune di Milano intende farci e fa. Mi spiego: adesso per quel che ne sappiamo la tua PEC è sul sito di quel comune e basta.
Quindi se tra 4 anni tu cambiassi pec dovresti ricordarti che era registrata là e andare a modificarla altrimenti la prossima multa al Duomo non sapresti mai di averla ricevuta?
E se altri comuni fanno altrettanto e tu registrassi il domicilio anche da loro (per ragioni di lavoro o altro) dovresti modificarla poi presso ognuno? E se ti dimentichi?
O magari essendo in 4 anni sperabilmente partito il domicilio digitale VERO e centralizzato ti basterà cambiarla su ANPR e varrà anche per Milano prevalendo su quella da te fornita oggi?
E se invece Milano scrive il domicilio direttamente su ANPR? (cosa molto auspicabile)
Capire cosa succede è molto importante, a mio avviso. Le fughe in avanti si spera servano come pungolo per chi in anni non è riuscito a sciogliere i nodi per far partire il domicilio digitale centralizzato. La cec-pac era troppo avanti per i suoi tempi (nessuno la accettava, non c’era occasione di usarla) ma nell’anno del signore 2021 sarebbe ora di riesumare se non la casella almeno il domicilio ad essa legato.

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Questo no! Se la PEC non esiste più non può essere utilizzata! Sul resto è tutto vero.

esatto…infatti il Registro delle Imprese fa il check ciclico delle PEC censite e minaccia la cancellazione alle aziende che hanno una PEC non funzionante per ripulire l’archivio del domicilio digitale che poi affluisce a INIPEC