Ma aldilà della scelta tecnica (viene pubblicata una rappresentazione del dato e non il dato) c’è un enorme barriera: la licenza è CC-BY-NC-ND 4.0 (nessun uso commerciale, e nessuna opera derivata).
Posso essenzialmente stamparmi qualche cartina, e appenderla nel bagno di casa. Già in un bagno pubblico vado fuori licenza.
Nel 2018 e con dati di questa importanza è proprio #fail
Considerando la delibera ufficiale del Direttore Ruffini , la licenza poi applicata non sta nè in cielo nè in terra. Credo che con “poco” si potrebbe correggerla magari trasformandola non dico in CC0 ma almeno CC-BY.
abbiamo sentito l’Agenzia, ci hanno detto che la questione e’ sul tavolo e stanno valutando la licenza piu’ opportuna da applicare sulla base del contesto normativo. Lo scenario e’ evolutivo.
Il mistero del comma 7 bis dell’art59 del CAD…
Il piano triennale, a pagina 36 elenca la Base di dati catastale tra le basi di dati di interesse nazionale, ma l’ art. 59 del CAD ha subito varie modifiche che rendono la questione poco chiara:
Il DECRETO LEGISLATIVO 4 aprile 2006, n. 159 ha disposto (con l’art. 25, comma 1) la modifica dell’art. 59, comma 2; (con l’art. 25, comma 2) l’introduzione del comma 7-bis dopo il comma 7 dell’art. 59:
Nell’ambito dei dati territoriali di interesse nazionale rientra la base dei dati catastali gestita dall’Agenzia del territorio. Per garantire la circolazione e la fruizione dei dati catastali conformemente alle finalita’ ed alle condizioni stabilite dall’articolo 50 […]
Il DECRETO LEGISLATIVO 26 agosto 2016, n. 179 ha disposto con l’art. 45, comma 1, lettera e l’abrogazione dei commi 6 e 7-bis dell’art. 59.
Con questa modifica, purtroppo, oggi nessuna legge impone all’Agenzia delle Entrate di rendere fruibile la base dati catastale secondo quanto disposto dall’art. 50 del CAD.
Non deve essere inoltre dimenticato che quanto sta andando on-line (per quanto con una licenza inadeguata) NON è la base dei dati catastali, ma le sole mappe. I dati censuari (vale a dire le intestazioni degli immobili ai soggetti) non sono pubblicati e sono resi disponibile a imprese e professionisti a pagamento mediante il sistema Sister
Il fatto che pagando si possano ottenere i dati di intestazione sgombra il campo da qualsiasi pretestuosa giustificazione basata sulla privacy…
The Open Geospatial Consortium (OGC) is an international industry consortium of over 529 companies, government agencies and universities participating in a consensus process to develop publicly available interface standards. OGC® Standards support interoperable solutions that “geo-enable” the Web, wireless and location-based services and mainstream IT. The standards empower technology developers to make complex spatial information and services accessible and useful with all kinds of applications.
L’OGC rende disponibile un utile tool per validare i servizi di mappa web (WMS): TEAM Engine (per usarla occorre registrarsi a con il bottone in fondo alla pagina)
Ho segnalato nei giorni scorsi che c’è un problema di certificati:
Credo che questo blocchi il test. Non ho verificato che sia così, ma volevo aggiungere un elemento correlato a caldo.
Non ho avuto ancora feedback. Se ne avrò, lo scrivo anche qui.
Siccome il riferimento normativo principe del provvedimento dell’Agenzia è il Decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 32, si potrebbe al limite optare per una licenza NC, eliminando il pesantissimo divieto di opere derivate, che vanifica le possibilità di “riutilizzo” di cui al decreto stesso.
Poi, resta chiaro che - per fare open data - bisognerebbe andare oltre, e dunque - per supportare l’ulteriore evoluzione dello scenario - possiamo forse girare all’Agenzia anche la lista delle licenze conformi con la definizione di conoscenza aperta: http://opendefinition.org/licenses/
In pratica: via anche il NC, e restiamo con una licenza Attribuzione. Al massimo, Attribuzione & Condividi allo stesso modo.
Da esponente di Creative Commons Italia, posso dire senza tema di smentita che le licenze Creative Commons ND NC sono strumenti pensati per casi d’uso tipo quello di una band che voglia condividere una canzone coi suoi fan, ma tenersi gli utilizzi commerciali… mettere dati cartografici a disposizione con una licenza di questo genere sa veramente un po’ di presa in giro per il movimento open data nel 2017 (mentre nel 2008 o 2009 si poteva presumere un errore in buona fede e/o la necessità di un percorso di “rassicurazione” dell’ente pubblico).
@lilloraffa nei tuoi contatti con l’Agenzia potresti chiedere che risolvano i problemi di compliance dei servizi? Così come sono esposti non possono essere consultati con diversi client, come evidenziato da @aborruso
Solo mettendoci un mediatore di mezzo, che lo faccia on the fly. In ogni caso dati derivati
Si potrebbe pure mettere tutto in caching e tassellizzarlo, ma sempre dati derivati
Secondo me questi sono i vincoli normativi che impediscono il rilascio.
ecco tutti i riferimenti legislativi, con tanto di tariffario.
a me che non sono un giurista non sembra possibile che l’agenzia motu proprio metta in open data il patrimonio cartografico
catastale.
DECRETO LEGGE. 2 marzo 2012, n. 16
Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento.
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 2 marzo 2012, n. 52.
Convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, L. 26 aprile
2012, n. 44
Il presidente Paolo Coppola in COMMISSIONE PARLAMENTARE SULLA DIGITALIZZAZIONE chiede al direttore dell’Agenzia delle Entrate ( Ruffilli in audizione) il perchè della licenza creative NON DERIVATIVA dei dati catastali di Sister.
Il funzionario dell’agenzia (non Ruffilli) risponde che è un problema di entrate che attualmente si realizzano con le visure a cui non vorrebbero rinunciare
non credo basti. era la naturale “scusa” ammessa dal CAD in casi specifici.
Ma qui non si chiede il contenuto catastale, ma l’indice catastale in licenza aperta.
mah…