Le scuole dovranno abbandonare il dominio GOV.IT

e’ vero in parte, infatti tra i compiti di AgID c’e’:

l’emanazione di indirizzi, regole tecniche, linee guida e metodologie progettuali in materia di tecnologie informatiche, promuovendo l’omogeneità dei linguaggi, delle procedure e degli standard, anche di tipo aperto, anche sulla base degli studi e delle analisi effettuate a tale scopo dall’Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, in modo da assicurare anche la piena interoperabilità e cooperazione applicativa tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione e tra questi e i sistemi dell’Unione europea;

concordo, e anzi credo che sia chiedere il giusto.

ma era solo una sineddoche

ciao

antonio

Appena appresa questa notizia ho avuto un tracollo nervoso.
Ma come è possibile, mi sono detto. Dopo un obbligo non chiaro, perchè c’era chi diceva che il gov.it era obbligatorio e chi diceva il contrario, e cii siamo adeguati abbandonando domini in uso da anni con la loro storia, ci tocca ritornare indietro con motivazioni non chiare e nemmeno espresse. La domanda è PERCHÈ?
Come animatore digitale e responsabile del sito del mio istituto sono preoccupato che le relazioni web di blog, lezioni, contatti di Alternanza Scuola Lavoro, la creazione di un multisito dove si pubblicano lezioni, attività, eventi ecc. ecc. le belle parole sulla cittadinanza digitale e così via, che fine farà tutto questo? È possibile che tutto andrà perduto? I contenuti indicizzati dalla SEO e le loro relazioni che fine faranno? Forse chi fa regole e contro regole non ha pensato a tutto questo? Me lo auguro, perchè se l’ha pensato e non ne ha tenuto conto è peggio. Significa che il lavoro fatto da tante persone motivate quasi sempre dal solo senso del dovere, non è considerato, cosa demotivante e frustrante.

Se poi penso che dopo un po’ potrebbe arrivare qualcun’altro a dire di tornare a gov.it o edu.it mi passa la voglia.
Almeno potrebbero fare qualche procedura di conversione automatica…

Non sono un esperto informatico, mi occupo solo di creare siti web e cerco di farlo seguendo le buone pratiche di Internet. Credo che questa imposizione non tenga conto di mantenere un web coerente e navigabile perché ci troveremo cob milioni di link spezzati. O mi sbaglio?

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Non ti sbagli ma la cosa deprimente è che pare che lato MIUR nessuno se ne sia accorto o abbia valutato tutte queste conseguenze negative!!

Per quanto riguarda la politica (di tutti i fronti) se neanche in campagna elettorale si accorgono dell’esistenza di queste problematiche allora siamo proprio messi male

Agid: ANP chiede incontro e presenta accesso agli atti

[23/02/2018]

ANP ha chiesto all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) di rivalutare con urgenza la decisione di escludere le Istituzioni scolastiche dall’utilizzo del dominio di terzo livello “.gov.it”, così come previsto dalla determinazione n. 36 del 2018.

Come noto, in tale determinazione si dispone che “l’assegnazione dei domini di terzo livello nel dominio ‘gov.it’ è riservata alle sole amministrazioni centrali dello Stato indicate all’elenco delle amministrazioni pubbliche individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e successive modificazioni e pubblicate annualmente in G.U.”.

Per ANP, invece, è evidente che le Istituzioni scolastiche statali sono Amministrazioni dello Stato. Basta leggere il c. 2 dell’art. 1 del D.lgs 30 marzo 2001, n. 165, che cosi dispone: “Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, etc.”.

Che le scuole siano amministrazioni dello Stato potrà essere sfuggito all’Agid, non certo ai dirigenti delle scuole stesse. Sono loro, infatti, che soprattutto negli ultimi anni hanno dato applicazione nelle scuole una serie di disposizioni normative pensate più per uffici amministrativi centrali, che per uffici ‘periferici’ privi di adeguati strumenti e idonee risorse.

Del resto, se il dominio “gov.it” identifica non solo e non tanto le funzioni esercitate dall’ente quanto la “statalità” di questo, le Istituzioni scolastiche non possono essere equiparate agli enti locali o alle aziende sanitarie locali: escludere le Istituzioni scolastiche statali da tale dominio renderebbe un informazione assolutamente scorretta e fuorviante agli utenti della rete.

ANP denuncia che l’applicazione della determinazione n. 36/2018 comporterà un ulteriore e insensato aggravio di lavoro per le scuole che, come noto, hanno strutture spesso ridotte a poche unità, devono far fronte alla continua riduzione del personale di segreteria, non hanno competenze adeguate al loro interno, hanno bilanci che non permettono agevolmente di ricorrere a professionalità esterne. Il tempo complessivamente dedicato alla modifica del dominio non sarà insignificante e graverà, ancora una volta, solo sulle scuole: si pensi solo a tutte le implicazioni che le scuole, che avevano personalizzato gli indirizzi e-mail con il “.gov”, dovranno fronteggiare in riferimento alla gestione della sezione Amministrazione Trasparente e dell’Albo on line.

ANP, pertanto, ha chiesto all’Agid un incontro urgente per affrontare la questione, proprio in considerazione della necessità di non aggravare la già difficile situazione dei dirigenti scolastici e delle istituzioni scolastiche da loro dirette.

ANP, inoltre, ha formulato, ai sensi dell’art. 22 della legge 241/1990, formale istanza di accesso a tutti gli atti del procedimento che ha portato alla assunzione della Delibera n. 36 del 2018, con la motivazione che la decisione in esame, vista la mancanza di competenze interne delle Istituzioni scolastiche, aggrava indebitamente il lavoro dei dirigenti scolastici, in quanto dovranno cimentarsi in attività complesse e non previste dalle leggi.

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Speriamo ascoltino non tanto per il lavoro da fare, ma per la “storia” che ogni istituto perderebbe con questo immotivato, a mio avviso, provvedimento.

Il problema non sta nel “costa poco o tanto” non sta nel “non abbiamo tecnici a scuola” il problema è la distruzione della comunicazione, delle condivisioni, dei servizi, dei collegamenti, delle migliaia di caselle email che scompariranno, nell’indicizzazione sui motori di ricerca, nell’intervento per adattare i siti, nelle braccia aperte a chi non ha fatto altro che conquistare fette di mercato spesso con bufale, ecc. ecc.

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Condivido totalmente. Siamo in balia di persone che non sanno o non conoscono o fanno finta di non sapere tutto il lavoro che andrebbe perduto.

Visto che le scuole dovranno abbandonare il dominio gov.it, è ancora previsto un certificato ssl per i nuovi domini? non sono riuscito a trovare altre informazioni oltre al DCPM del 30 maggio 2002, dove si fa riferimento ai soli dmini gov.it.
Grazie

Il motivo è che in all’estero usano il .gov sono per gli Enti Governativi.

Ci sono incastri fastidiosi come il dover cambiate nelle gsuite il dominio principale e i vari account che non è mai una cosa troppo simpatica da fare (in ogni modo si tratta di caricare il nuovo dominio come secondario, portarlo a primario, cambiare gli account e poi eliminare il dominio .gov inutillizzato).

Personalmente la cosa mi killera 4/5 applicazioni che avevo fatto per via del recaptcha da rifare e avrò forse diversi link rotti da ricontrollare.

Personalmente penso sia meglio per le scuole, perché significa meno rigidità nel controlli degli standard tecnici essendo che, da quel che capisco, si finisce fuori dalla lista dei controllati.

Molto probabilmente a tutt’oggi il 98% delle scuole non ha un sito a norma, se ci tiene tanto a vederselo notificato, è sufficiente che insista di rimanere al .gov. con gli enti governativi (che hanno molti meno probemi a fare un sito a norma dato che competenze di lavori specifici le hanno delegate tutte alle scuole e grosso modo nel sito fanno solo pubblicazioni di comunicazioni in stile blog).

Salve, sono responsabile IT in un Comune di medie dimensioni (quasi 40000 abitanti) e vorrei chiedere a chi ha deciso in Agid di non consentire alle PA locali di mantenere il dominio .gov (dopo che l’Agid stessa ha emanato anni fa la direttiva a tutte le PA - centrali e non - di utilizzarlo per i propri servizi web istituzionali!) se, prima di decidere, ha fatto un’analisi del rischio e dell’impatto che una simile decisione comporta!!! Anche senza “spremersi troppo le meningi” è facile rendersi conto che a un dominio come il .gov sono collegati una serie di servizi interni ed esterni (vedi autenticazione utente e dispositivi, posta elettronica, server web, pagamenti on line (PagoPa), ecc) la cui riconfigurazione (dovuta a un eventuale cambio di dominio) non è affatto banale, richiede tempo e comporta dei rischi (senza contare l’impatto esterno che può avere un cambio dominio a livello conoscitivo e informativo!). Tanto più l’Ente è informatizzato (come l’Ente in cui lavoro che è fortemente informatizzato) e tanto più il rischio che comporta un eventuale cambio di dominio è elevato. Poi mi chiedo quale sia la reale utilità pratica o l’obiettivo di una scelta del genere ossia di imporre alle PA locali di abbandonare il dominio .gov riservandolo alle PA centrali. Qualcuno sa darmi una risposta?

a questo punto le FAQ dovrebbero essere state gia’ pubblicate.
dove si trovano di preciso?

grazie

antonio

Sig Luca Ventura per la sua situazione non so, ma ho ipotesi per le scuole.

Fin dall’inizio dare l’autonomia alle Scuole è stata una scelta un po’ azzardata (che era probabilmente motivata dalla chiusura di uffici centrali e il passaggio di competenze in un’ottica di riduzione del personale) perché lei si renderà conto della differenza tra avere 150 tecnici e amministrativi che fanno solo servizi e una Scuola che svolge un compito un po’ diverso nell’educazione (servizio che anche diverso da valutare e quantificare rispetto ad una pratica amministrativa) che di impiegati veri che fanno pratiche ne ha 5/6 n tutto.

Sostanzialmente c’è un solo Dirigente che non è neanche un Dirigente Amministrativo, ma un Docente, che ha responsabilità di qualsiasi cosa.

Quando parliamo di un Ufficio in Ammistrazione centrale parliamo di 20 persone, un Ufficio in una Scuola è una persona.

A questo si aggiunga che come è arrivata l’autonomia a livello centralizzato è stato abbandonato un certo controllo e indirizzo più specifico, fornitura degli stressi strumenti uguali per tutti, ecc…

Sono situazione molto diverse.

Dopo 20 anni di decentralizzazione abbiamo 40.000 scuole ognuna con una situazione diversa, chi vuole che ci voglia adesso? quando è impossibile ricondurci dove eravamo prima dell’autonomia (ovvero che eravamo tutte uguali e sotto un controllo centralizzato)?

Allora vede, quando c’è stata l’innovazione dell’archiviazione digitale e documentale, che è il primo step di tutta l’innovazione che c’è stata, tutte queste amministrazioni centrali hanno in uso uno stesso programma statale o possono averlo in uso e a noi non ci hanno voluto, per motivi che ignoro, ma che forse sono legati al fatto che dopo 20 di deviazione da un punto centrale, non sapevano come metterci dentro.

Questo cosa significa? che qui è lo stesso.

Che ormai è tardi per farci invertire 20 anni di una direzione che ci hanno fatto prendere e con le Ammistrazioni Centrali, che sono in tutt’altra situazione, non ci vogliono.

Personalmente credo sia anche una cosa giusta, perché è quello che è stato fatto fino ad adesso.

Non capisco anzi perché ci abbiano messo dentro in questo punto specifico.

O si pianifica di rimetterci in quell’ottica da cui ci hanno separato da 20 anni, oppure ha senso che non si sia con gli altri mai, perché una volta si e dieci no?

Dunque personalmente vedo di buon grado questo chiarimento, perché è meglio saperlo adesso che tra due anni che ci si deve spostare.

L’unica cosa che vorrei sapere, perché una certa stabilità sarebbe gradita, è dove esattamente ci dobbiamo spostare.

Immagino .edu, ma vorrei che venisse chiarito al 100%.

Dopo DNS, certificati di sicurezza, quelli non mi pare un problema, sembra che li dobbiamo costruire noi, sono servizi che impostano con il gestore hosting.

Il problema è che un chiarimento deve essere definitivo, perché noi eravamo già sotto .it, ci hanno fatto spostare, se ci fanno spostare ancora non è così grave specie se ha motivazioni come la valutazione che stare dentro con le amministrazioni centrali sarebbe peggio, ma se dovessimo una terza volta spostarci ancora comincia a diventare fatidioso.

Per me invece sarebbe molto grave, visto che anche la didattica si è spostata online attraverso siti o blog o altre forme digitali che spesso stanno in subdirectory di un sito con dominio.gov.it.
Il lavoro di anni indicizzato dai motori di ricerca finirebbe in un mare di errori 404, decine di utenti che segueno quelle pagina salvate nei browser dovrebbero rifarsi tutta la storia dall’inizio ecc ecc. Per non parlare degli indirizzi email da riformulare, documenti, intestazioni e così via da rifare.
Io sono un docente il mio lavoro sarebbe insegnare,come altri miei colleghi ci siamo dati da fare ad apprendere capacità che non venivano richieste per l’insegnamento della nostra materia e le abbiamo imparate anche a nostre spese, abbiamo imparato ad usare strumenti informatici, creare e gestire blog, fare ipertesti. Ci siamo adeguati alle normative e al .gov.it perdendo già allora la nostra storia digitale recuperata con grande fatica. Oggi mi sembra che siano premiati coloro che hanno fatto finta di niente, o sono volutamente rimasti indietro.
Insomma chiaritevi le idee prima di un nuovo cambiamenti, perché non ho voglia di fare di nuovo la “figura del fesso”.

Salve,
mi perdoni ma non sembra che lei abbia colto il senso del mio messaggio: lei, infatti, ne fa una questione principalmente “organizzativa” legata alla realtà delle scuole mentre io puramente tecnica e che interessa TUTTA le Pa locali. Dal suo punto di vista, infatti, dato lo scarso livello di informatizzazione delle scuole (dove per “informatizzazione” mi riferisco al fatto di implementare internamente e con una propria server-farm tutti i servizi informatici applicativi e infrastrutturali necessari alla propria organizzazione) il cambio di dominio è un’attività secondaria che si pone su un livello puramente amministrativo in quanto le scuole, nella stragrande maggioranza dei casi, per i suddetti servizi si affidano a un fornitore terzo (hosting) che si fa carico di tutte le problematiche tecniche connesse. Ma nel caso degli Enti pubblici locali medio-grandi come il nostro - che implementano ed erogano direttamente i servizi applicativi e infrastrutturali alla propria utenza interna ed esterna (senza affidarsi a un servizio di hosting esterno) - la decisione improvvisa di non consentire ai suddetti Enti locali di mantenere il dominio .gov comporta dei rischi notevoli per quanto riguarda la continuità dei servizi erogati. Quindi se, come dice lei, si tratta esclusivamente di un problema organizzativo inerente le scuole (e su questo punto posso concordare su tutte le considerazioni da lei esposte) perché coinvolgere in questa “infausta” decisione anche tutte le altre PA locali senza rendersi conto della realtà informatica (e della sua complessità) vigente su ciascuna di esse? Perché l’Agid prima di prendere una decisione del genere non ha atteso i risultati del censimento IT che sta attuando su tutte le PA locali? Cosi facendo si sarebbe subito reso conto delle suddette problematiche.

ps. ovviamente la mia precedente risposta era rivolta all’utente “andylorenz”. Scusate la sovrapposizione della risposta ad altri messaggi pubblicati nel frattempo. Saluti.

Chiedo scusa, mi riferivo al fatto che è meglio lo dicano subito che tra 2 anni.

Perché sicuramentre tra 2 anni è peggio.

E allora piuttosto che strappare di rimanere dentro e temporeggiare che è quel che chiedono adesso tutti i sindacati, le associazioni, etc… , laddove si deve uscire comunque e perentoriamente perché si è toppato a metterci dentro e sarebbe l’ennesima anomalia rispetto alle altre situazioni internazionali, io preferisco uscire adesso.

Lo vorrei sapere subito così mi organizzo, mente purtroppo andrà a finire che si temporeggia e lo si impara all’ultimo.

Onestamente, è 20 anni che mi capita di fare e di disfare, dunque questa mi sorprende fino ad un certo punto, va nella lista con tutte le altre volte che è capitato con rogne ben peggiori.

Che abbia memoria non mi pare di avere fatto altro nella vita che fare e disfare quel che sbagliavano dall’alto.

Quel che urge a me, perché tanto indietro nel tempo non ci si può andare, è una chiara e definitiva dichiarazione su dove ci dobbiamo spostare.

Certamente il disagio c’è e dispiace per chi lo vive, a me però crea più disagio l’incertezza e questo dover passare dei mesi nell’inerzia invece di poter sapere per certo e organizzarmi quello che devo fare.

Buongiorno,
A questo link la nota MIUR 544 del 9.03 che ufficializza il passaggio a un dominio .edu.it per le scuole
(tempi e modi sono da definire, entro fine marzo - dicono - ne sapremo di più)

La nota MIUR è indirizzata alle istituzioni scolastiche. Pertanto le Università sarebbero escluse dall’utilizzare edu.it ?

Salve a tutti, sono un delegato allo sviluppo digitale di un piccolo comune della Basilicata.

Come saprete, per le scuole sono state date indicazioni individuando il dominio .edu.it mentre per i comuni non sono ancora disponibili indicazioni.

Ho chiesto ad AgID alcuni chiarimenti. Ho ricevuto le seguenti informazioni che condivido con voi:

  • la necessità di riservare il dominio “gov.it” alle sole amministrazioni centrali dello stato è da diverso tempo auspicata da molte parti ma non si è potuta attuare in assenza di un provvedimento regolatorio. Tale decisione rappresenta un passo avanti sulla strada della standardizzazione e della migliore riconoscibilità in rete dei servizi delle amministrazioni ed un punto di partenza dal quale rilanciare e coordinare meglio diverse iniziative già in campo;
  • gli sforzi e le attività che il Comune di Trecchina ha messo in campo per il nuovo sito non sono e non saranno inficiate dalle politiche di riorganizzazione del dominio gov.it;
  • sono già in atto diverse iniziative di accompagnamento che presto comunicheremo con un piano temporale. In particolare per quanto riguarda i comuni si anticipa che lo standard di riferimento per la loro riconoscibilità è quello già adottato dall’autorità italiana di registrazione dei domini;
  • per quanto concerne i costi vivi e le modifiche, stiamo perseguendo l’obiettivo non solo di evitare costi aggiuntivi ma dove possibile e nella maggior parte dei casi, di ridurre i costi a carico delle amministrazioni;
  • per quanto concerne gli aspetti più tecnici e gli interventi necessari a garantire agli utenti di mantenere un parallelismo di abitudini stiamo definendo strumenti idonei, compresi accordi con i principali provider;
  • con rammarico, nella necessità temporale di dover definire un provvedimento che peraltro prevede un sufficiente lasso di tempo per l’adeguamento e per strutturare tutte le azioni di accompagnamento, non siamo riusciti a fornire tempestivamente un messaggio rassicurante nonostante stiamo lavorando alacremente per creare le migliori condizioni per gestire questo passaggio dal Gov.IT a diverse organizzazioni dei nomi di dominio per le varie categorie di amministrazioni.

Spero di avervi fornito qualche anticipazione utile.
Buon lavoro.

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Il MIUR aveva comunicato di far avere documentazione più precisa su questo passaggio entro la fine di marzo. Ormai siamo alla fine di aprile e nessuno sa niente. Nemmeno il provider con il quale abbiamo l’hosting, pur conoscendo il problema sa dire come avviare il cambiamento. BOH!
Qui come al solito sembra di essere stati abbandonati ognuno al proprio destino e all’arrangiarsi.

Domanda. Ma non è un ente americano a definire i domini .edu?
E sembra anche un ente molto restrittivo.
Qualcuno sa qualcosa?