Marche da bollo

Un privato cittadino può ottenere una marca da bollo digitale da apporre su un documento digitale da inviare a un ente? se si in che modo?

Un privato cittadino non mi risulta che possa applicare, in autonomia, l’imposta di bollo in modo virtuale. L’agenzia delle entrate ha predisposto una procedura per pagare in modo virtuale l’imposta di bollo ma riguarda gli enti e le aziende.Infatti devono fare un pagamento annuale delle “marche” utilizzate attraverso gli strumenti messi a disposizione in questo sito:

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/home/cosadevifare/dichiarare/pagamento+virtuale+imposta+bollo/informazioni+generali+pagvirtualebollo

Le pubbliche amministrazioni piu’ attrezzate danno questa possibilità al cittadino di evitare di andare al tabaccaio a comprare le marche necessarie. E quindi si fanno dare il corrispettivo dei bolli (in contanti o con altre modalità di pagamento dei servizi al cittadino) e poi ci pensano loro a versare l’imposta allo Stato.

Quindi anche in questo campo esiste un vuoto normativo e procedurale che speriamo venga quanto prima colmato.

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Tempo fa mi ero confrontata con l’agenzia delle entrate della mia provincia e mi confermò che quel protocollo di intesa. di cui mi parli. gli enti non potevano utilizzarla per “anticipare” le marche da bollo per il cittadino.

strano perchè il Comune di Piacenza sembra che lo abbia applicato.

https://www.comune.piacenza.it/comune/pratiche/certificati-anagrafici/marca-da-bollo

Mi sono confrontata con Piacenza e mi conferma che la marca da bollo assolta virtualmente vale solo per i certificati che emette l’ente.

Se un cittadino deve quindi presentare all’ente un’istanza in marca da bollo, l’ente non può “anticipare” la marca da bollo.

W il digitale…

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Si è possibile.e previsto da Agid nelle linee guide di PagoPA

Sono queste :
http://www.agid.gov.it/agenda-digitale/pubblica-amministrazione/pagamenti-elettronici/linee-guida

In particolare nel documento a piè pagina :
Marca da bollo digitale - Linee guida per pubbliche amministrazioni e prestatori di servizi di pagamento, documento che definisce le linee guida per il pagamento del Bollo Digitale in accordo con le specifiche dell’Agenzia delle Entrate.

Per farlo, una amministrazione deve aver creato una web form che permette a un qualunque cittadino di caricare il suo documento e acquistare il bollo digitale mediante PagoPA

Questa procedura crea un file che contiene l’impronta del documento caricato e il bollo digitale (marca da bollo digitale)

A questo punto il cittadino può mandare il file a una amministrazione che ,verificata la validità della doppietta immagine documento+bollo digitale, accetta il documento bollato digitalmente.

consiglio vivamente la lettura della linea guida citata e saluti

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molto interessante e da approfondire anche se le PA che conosco io non sono attualmente in grado di fare quella verifica e quindi ti dicono che non si puo’ fare.

Certo, posso capire.

A tendere però non c’è scampo ed è giusto che sia così perché l’adozione di PagoPA è obbligatorio e i pagamenti verso la PA devono essere fatti così.

In FVG quasi tutte le ASL fanno pagare il ticket via PagoPA e la cittadinanza ne sta traendo un vantaggio notevole.

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Purtroppo l’Italia non è tutta uguale e ci sono molte differenze fra le varie regioni.
Ma se siamo qui è perchè siamo ottimisti altrimenti non staremmo a perdere il nostro prezioso tempo

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@rose9392, @Paolo_Del_Romano: in realtà la possibilità di assolvere il bollo in modalità virtuale anche per le istanze presentate alla PA esiste da tempo, ma le PA locali non ne sono consapevoli.
La possibilità di pagamento dell’imposta mediante bollo virtuale per le istanze alla Pubblica amministrazione è prevista dal Decreto Ministeriale 7 giugno 1973, art. 1 :

Per i seguenti atti e documenti per i quali è previsto l’uso esclusivo della carta bollata, può essere consentito, su richiesta dell’interessato, il pagamento dell’imposta di bollo in modo straordinario, mediante marche da bollo o bollo a punzone apposto dai competenti uffici del registro:
a) istanze dirette agli organi anche collegiali dell’amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni, nonché agli enti pubblici incaricati della tenuta di pubblici registri (art. 5 della tariffa);

L’art. 1 cita infatti le istanze di cui all’art. 5 della tariffa:

Ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica. Istanze, petizioni, ricorsi e relative memorie diretti agli uffici e agli organi, anche collegiali, dell’Amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, loro consorzi e associazioni, delle comunità montane e delle unità sanitarie locali, nonché agli enti pubblici in relazione alla tenuta di pubblici registri, tendenti ad ottenere l’emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati, estratti, copie e simili: originali e copie.

Il pagamento dell’imposta di bollo sulle istanze presentate alla Pubblica Amministrazione può quindi avvenire in modo virtuale, come previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 26-10-1972, n. 642, art. 15:

Per determinate categorie di atti e documenti, da stabilire con decreto del Ministro delle finanze, l’intendente di finanza può, su richiesta degli interessati, consentire che il pagamento dell’imposta anziché in modo ordinario o straordinario avvenga in modo virtuale. Gli atti e documenti, per i quali sia stata rilasciata l’autorizzazione di cui al precedente comma, devono recare la dicitura chiaramente leggibile indicante il modo di pagamento dell’imposta e gli estremi della relativa autorizzazione.
Ai fini dell’autorizzazione di cui al precedente comma, l’interessato deve presentare apposita domanda corredata da una dichiarazione da lui sottoscritta contenente l’indicazione del numero presuntivo degli atti e documenti che potranno essere emessi e ricevuti durante l’anno.

Si evidenzia che l’art. 15 prevede che il pagamento in modalità virtuale possa riguardare sia i documenti emessi che quelli ricevuti e come tale possibilità sia stata introdotta, su esplicita volontà del legislatore, dalla Legge 2 agosto 2008, n. 129 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97:

All’articolo 3 […] dopo il comma 8 sono aggiunti i seguenti: "8-bis. All’articolo 15, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, e successive modificazioni, dopo la parola: “emessi” sono aggiunte le seguenti: “e ricevuti”.

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@emmedi Le disposizioni citate riguardano solo gli atti cartacei, per gli atti digitali l’unica disposizione applicabile è il DM 17/6/2014, che sarebbe rivolto solo agli atti contabili, ed in particolare alle fatture elettroniche, ma in assenza di altre disposizioni si può considerare comunque applicabile.
In questo caso il Comune si occupa di incassare gli importi corrispondenti alle marche da bollo per gli atti ricevuti ed emessi, e entro i primi 4 mesi dell’anno successivo rendiconta e versa il totale all’Agenzia delle Entrate.

Vedo sul sito dell’Agenzia delle Entrate che ci potrebbero essere sviluppi su nuovi PSP per l’emissione della marca da bollo virtuale…
Speriamo che i tempi siano veloci!

@psaggini la Circolare del 14/04/2015 n. 16 - Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Servizi ai Contribuenti dice che:

L’articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, stabilisce che l’imposta di bollo può essere assolta in modo virtuale, su richiesta degli interessati, per determinati atti e documenti, definiti con appositi decreti ministeriali (decreti 7 giugno 1973, 25 luglio 1975, 31 ottobre 1981, 10 febbraio 1988 e 24 maggio 2012).

Ne deduco che, nonostante le disposizioni citate riguardino atti cartacei, il fatto di essere ammesse al pagamento dell’imposta di bollo virtuale si possa estendere anche alla loro versione telematica

Si ma ci vuole una interpretazione ufficiale da parte dell’organo di governo competente (non so se l’Agid si puo’ spingere fino a tanto) per rassicurare i funzionari PA di procedere in questa direzione. In assenza diranno che le norme non lo consentono.

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La cosa buffa è che alcuni uffici provinciali lo consentono.
Forse AgID potrebbe indurre l’Agenzia delle Entrate a uniformare in tal senso il comportamento degli uffici provinciali emettendo una circolare esplicativa.
Non dimentichiamo che la possibilità di pagamento virtuale dell’imposta di bollo è già contemplata dal documento Bollo telematico - Linee guida per Pubbliche Amministrazioni e Prestatori di Servizi di Pagamento, che fa salvi i pagamenti dell’imposta mediante bollo virtuale:

Sono fatte salve le specifiche previsioni della tariffa stessa che stabiliscono modalità di pagamento particolari connesse ad atti soggetti a registrazione (ad. esempio, Artt. 1, 3, 4 della tariffa) ovvero mediante il “bollo virtuale” di cui all’art. 15 del d.P.R. n. 642/1972 e comunque, per ulteriori atti o denunce trasmesse progressivamente per via telematica direttamente all’amministrazione fiscale (cfr. d.m. 8 novembre 2011).

@psaggini: nota che il documento cita proprio l’art. 3 della tariffa!

Quindi AgID dovrebbe scrivere a AGE per dirle che occorre una circolare a tutti gli uffici provinciali per uniformare il loro comportamento. Concordo pienamente!

Concordo che un’interpretazione ufficiale dell’Agenzia delle Entrate potrebbe sempre essere utile!

In ogni caso, la normativa sul bollo virtuale richiamata da @emmedi comporta un processo amministrativo e contabile estremamente diverso e più complesso di quello contenuto nel DM del 2014 che ho citato prima;
infatti il bollo virtuale richiede un’autorizzazione espressa da parte di AdE, si può applicare solo per categorie di atti espressamente previste (e non mi risulta che ci siano le comunicazioni SUAP, ad esempio), l’anticipazione da parte del Comune delle somme che prevede di riscuotere, e il consuntivo entro i primi mesi dell’anno successivo (oltretutto il rendiconto va fatto utilizzando un software specifico, da qualche anno).

@psaggini: I Comuni sono già abituati a rendicontare le somme riscosse come bollo virtuale, dal momento che ormai tutti i certificati riportano la fatidica scritta Imposta di bollo assolta in modo virtuale.
L’unico vero problema potrebbe essere l’anticipazione delle somme, ma i vantaggi derivanti da un’effettiva digitalizzazione delle istanze in entrata potrebbe giustificare l’impegno.
Per quanto riguarda le istanze alla PA (non solo quelle destinate ai SUAP) il citato art. 3 della tariffa mi pare abbastanza esplicito:

Istanze trasmesse per via telematica agli uffici e agli organi, anche collegiali, dell’Amministrazione dello Stato, delle regioni, delle province, dei comuni, loro consorzi e associazioni, delle comunita’ montane e delle unita’ sanitarie locali, nonche’ agli enti pubblici in relazione alla tenuta di pubblici registri, tendenti ad ottenere l’emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati, estratti, copie e simili

@emmedi e @psaggini: le verifiche fatte a Trento, comune che già assolve l’imposta di bollo in modo virtuale, con l’Agenzia delle Entrate (locale) ci hanno portato alla seguente conclusione: in linea di principio la possibilità sembrerebbe esserci, ma attualmente al momento di dover effettuare la rendicontazione tramite F24, non esiste un codice (obbligatorio) per la tipologia, che le imputi alle istanze presentate. Al momento quindi richiediamo (purtroppo) ancora il codice della marca da bollo per le istanze presentate, mentre la assolviamo digitalmente per gli atti che emettiamo

@Fioroni: a mio modo di vedere la Risoluzione dell’Agenzia delle entrate 3-2-2015, n. 12/E fornisce indicazioni circa i codici da usare nel modello F24 per qualsiasi pagamento virtuale dell’imposta di bollo.
La possibilità di riscuotere il bollo in forma virtuale per le istanze è sancita dal dal Decreto del Presidente della Repubblica 26-10-1972, n. 642, art. 15:

Ai fini dell’autorizzazione di cui al precedente comma, l’interessato deve presentare apposita domanda corredata da una dichiarazione da lui sottoscritta contenente l’indicazione del numero presuntivo degli atti e documenti che potranno essere emessi e ricevuti durante l’anno.

A mio modo di vedere ci sono tutti gli estremi per chiedere con forza l’autorizzazione all’ufficio dell’Agenzia.

I comuni di Mantova e di Cremona, nostri clienti, consentono il pagamento dell’imposta di bollo in modalità telematica. Chi fosse interessato a avere la mail dei funzionari mi scriva in privato.

Scusate ma stasera mi deve aver morso una tarantola.

Ma possibile che a fine 2017 stiamo ancora a discutere di questioni di questo tipo ?
E e@Bollo dov’è finito ? Se non riusciamo nemmeno a implementare una cosa di questo tipo (visto che di eliminarlo proprio non se ne parla…) davvero non abbiamo chances!

Ancora scusate…

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