Pagare al tabacchino e/o edicola

Il fatto è che qualcuno il servizio deve pagarlo. Io non ci credo che negli altri stati le commissioni siano state completamente azzerate e nessuno paga nulla. Di cosa vivono i circuiti?

È un’ottima domanda, tant’è vero che se la pongono praticamente tutti gli stranieri che vanno a vivere in Olanda, o che - come mi è capitato nel caso di una scelta scellerata di un aeroporto che ritenevo comodo ma che eviterò come la morte per il resto della mia vita - abituati a vivere senza contanti hanno problemi gravi se fanno una breve scampagnata oltre il confine in Paesi del Terzo mondo (con tutto il rispetto per il Terzo mondo) come Germania o Belgio. In Olanda ci sono dappertutto, ai pagamenti in cassa, adesivi “Pinnen? Ja graag” (pagamento con carta? Volentieri!) oppure, altrettanto spesso, “Pinnen liever dan contant” (preferiamo pagamento con carta a contanti). Chi li ha prodotti questi sticker, ci chiediamo tutti?

Tutti i miei conoscenti olandesi mi hanno parlato di questa grossa campagna comunicativa negli anni attorno al 2010, ma solo in termini vaghi (quelli che conosco avevano 15-25 anni all’epoca). Non ho mai capito esattamente cosa sia accaduto.

Ora ho cercato di nuovo un po’. Non ho chiarezza totale, ma più che un’iniziativa del governo sembra ci siano state una o due fondazioni di consumatori che hanno promosso violentemente i pagamenti con carta (ma la domanda diventa: chi ha pagato queste fondazioni “di consumatori”? Credo le banche, la potente triade ING-Rabobank-ABN Amro).

A leggere mi sembra di capire che, proprio come dici tu, @perrcla, le commissioni, più che essere scomparse, sono state rese più a buon mercato dei pagamenti in contante (nel senso che le banche preferiscono non gestire masse di denaro e si fanno pagare salato per farsi portare contanti dai piccoli imprenditori ogni settimana). Dappertutto, sui siti di queste fondazioni, si celebra già dal 2013 un minore costo di transazioni in contante rispetto alle transazioni con carta.

Per esempio, qui:


Traduzione: (…) i costi di una transazione con carta negli scorsi 13 anni si sono ridotti da 27 cent nel 2002 a 17 cent nel 2017. Un pagamento in contanti in media costa a un imprenditore in media 29 cent. Rispetto al 2002 i costi medi di una transazione in contante sono aumentati del 93% e quelli di pagamenti con carta calati del 58%. Un pagamento in contante, ormai, è del 70% più costoso di un pagamento su carta (…).

Qui addirittura un libretto che celebra l’operato di un’altra fondazione, che dice che la prima campagna cominciò nel 2006:
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Poi un articolo del 2017 in cui si osserva come si diffondessero sempre di più i negozi che accettavano solo pagamenti con carta.

Eccetera eccetera. Non cito le brochure delle numerosissime aziende dei circuiti POS che, ovviamente, tirano l’acqua al proprio mulino. Ma continuano a ripetere queste cifre della diminuzione relativa del costo di transazioni carta rispetto ai contanti. Però tutte queste brochure mi fanno venire in mente un’altra spiegazione: se ci sono molte aziende di circuiti POS che competono, non è che, semplicemente e come in tutti gli altri settori, il libero mercato dei circuiti POS funziona meglio che in Italia (senza cartelli), e i prezzi si abbassano anche per questo? È come se loro avessero avuto già dieci anni fa il gioco al ribasso che dovrebeb esser normale nel libero mercato e che noi stiamo appena appena appena cominciando a intravedere con gli esempi suddetti di Satispay, Nexi, e Bancomat. Se uno comincia gli altri devono far vedere che sono competitivi anche loro.