sperando che si siano confrontati sul tema con qualcuno prima di scrivere il regolamento
Non c’e’ che leggere il decreto e sperare che certe spiegazioni del comunicato istituzionale e degli articoli conseguenti siano solo una semplificazione: “Le amministrazioni, attraverso un proprio funzionario, accederanno mediante Spid o Cie. Potranno caricare sulla piattaforma il documento da notificare, inserire il codice fiscale del destinatario e il suo domicilio digitale (Pec).”.
No, perché se è così si puo’ anche fare fagotto
Domanda: ma questo regolamento è andato in consultazione pubblica?
@Andrea_Tironi1 mi chiedo come possano avere certezza di X amministrazioni abilitate e operative sulla piattaforma entro la tal data. Ma, se le date previste restano quelle: o sono estremamente pessimisti sulla riuscita dell’operazione (il che non lascia ben sperare
) oppure sono realisti in negativo sulla funzionalità del servizio reso (il che dà da sperare ancora meno
)
@Lazlu, quelle milestone riguardano le adesioni amministrative. Che poi le amministrazione la usino, la usino per tutte le comunicazioni ecc. sono dettagli. QUello sta al buon cuore dell’amministrazione, speriamo che gli strumenti per usarla bene ci siano. Leggiamo il decreto…
Se funziona, la useranno. Se non funziona, sarà come ANPR che è rimasta un sostanziale buco nell’acqua fino a quando si sono decisi a capire cosa non andava e sciogliere i nodi che ne impedivano l’uso.
Certo che con le milestone che ha scovato @Andrea_Tironi1 non c’è da stare allegri.
Ma io mi chiedo e VI chiedo: all’estero non c’è nulla di già operativo e pluritestato che si possa copiare-riusare-acquistare?
Comunque, le API ci sono.
Impressioni a caldo: la rivoluzione c’è ma e’ più una rivoluzione di back office.
E’ una incredibile facilitazione per gli enti.
Per l’altro terminale della comunicazione anche, ma solo perché in un colpo solo comunica il suo domicilio digitale che, sì, serve sempre (se non hai la pec si avvia un processo di stampa e raccomandata che poi ti rimanda comunque alla piattaforma o forse, poi leggo meglio, si puo’ anche avere la stampa via posta…).
In definitiva, la p.a. produce i suoi documenti nativi digitali e li invia sulla piattaforma e da li’ in poi ci pensa il gestore della piattaforma. Figata.
Consolidato, e non poteva essere diversamente, che app IO è solo il canale per l’avviso di cortesia.
Dubbio sul perimetro dei documenti da inviare tramite piattaforma: ci va tutto? O solo ciò che fa scattare termini procedimentali/di prescrizione perentori?
Dubbio sui requisiti: a occhio e croce la base per far funzionare tutto è un buon sistema di gestione documentale, inteso non solo come componente tecnologica. Servono procedure che creino documenti nativi digitali e anagrafiche dei destinatari ben fatte e ordinate. Siamo pronti?
Dubbi di secondo livello: interazione con i vari portali che aggregano più enti tipo per sportelli SUAP e SUE o per gare telematiche? Se poi l’uso della piattaforma è solo per determinati atti occorre essere molto bravi a impostare i sistemi per distinguere cosa notificare via piattaforma e cosa postalizzare su canali tradizionali (posta ordinaria, posta raccomandata, email, pec).
Questo è la chiave … l’adesione amministrativa … “io odio le adesioni amministrative” disse Puffo Quatr’occhi, ovvero concordo con te … function point del menga
Secondo me sono ottimisti pensa te La prima milestone (2023) è domani
Considera che i regolamenti dell’autorità governativa non sono mai sottoposti a consultazioni pubbliche.
Un funzionario responsabile per l’adesione è normale che ci sia (amministratore locale per l’Ente); spero che la procedura di abilitazione degli operatori sia non troppo complessa. Mi convince pochissimo il sistema di delega dei destinatari a fiduciari, professionisti, prossimi congiunti ecc…, che trovo macchinoso per quelle persone che hanno difficoltà informatiche (es. anziani, disabili, emarginati). E mi convince ancora meno la gestione del domicilio speciale digitale.
Altro articolo interessante
Notifiche digitali a cittadini e imprese
Però il Consiglio di Stato ha la vista lunga e ha indicato con molta chiarezza i punti critici
NUMERO AFFARE 01535/2021
quali modalità si rivelerà davvero possibile il conseguimento dell’obiettivo di “rendere più semplice, efficiente, sicura ed economica la notificazione di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni della pubblica amministrazione, con risparmio per la spesa pubblica e minori oneri per i cittadini”, perseguito con l’istituzione della piattaforma digitale ai sensi del comma 402 della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
Tale obiettivo appare, in particolare, strettamente legato alla concreta possibilità e capacità (del personale) delle pubbliche amministrazioni di utilizzare la piattaforma, alla effettiva disponibilità di strumenti informatici e al possesso di una minima alfabetizzazione digitale da parte dei cittadini e delle imprese.
Ciò si ricava anche da due raccomandazioni contenute nel parere favorevole espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dall’Upi e fatto proprio dall’ANCI, con le quali si mette in evidenza l’esigenza di “organizzare apposite sessioni formative per il personale delle Regioni e delle Province autonome, dei Comuni, delle Province e delle Città Metropolitane per l’uso della nuova Piattaforma, anche mediante formazione a distanza e senza oneri per le amministrazioni territoriali, nonché di prevedere – nell’ambito dei programmi riguardanti le competenze digitali già in corso di attivazione a valere sul PNRR – servizi di facilitazione digitale e informativi al cittadino/utente per l’utilizzo della nuova Piattaforma”.
Da profano, io continuo a non capire perchè app IO, una volta dotata di sezione documenti e magari accesso Spid di livello 3, non possa svolgere la funzione di domicilio digitale per tutti i cittadini che lo volessero.
Qualche chiarimento da cittadini e non da tecnici?
Non offre garanzie sulla consegna del messaggio.
Non è universale (o multicanale).
Poi certo, se evolve in altro puo’ esserlo.
Andando un po’ oltre e con un po’ di fantasia, sembra che lo scenario di uso della piattaforma sia: collegarla al protocollo informatico. Ne’ piu’ ne’ meno di come si fa (o di dovrebbe fare) con la PEC.
A quel punto premi su “invia” e ti disinteressi di tutto.
Estremizzando, un ente non dovrebbe nemmeno inviare piu’ posta cartacea, non per i documenti amministrativi almeno.
Se escono con un avviso PNRR del tipo 10.000 a forfait se completi l’adesione amministrativa e invii (anche da interfaccia) un documento per far vedere che funziona, si fa veloce.
Poi ovvio, a monte (gia’ detto) ci andrebbe di verificare che l’ente produce 1) documenti nativi digitali 2) documenti nativi digitali ben formati 3) sappia a chi mandarli. Non sono cose banali e, soprattutto, sono tutte questioni da sempre cenerentole delle priorità di riforma.
È previsto proprio un bando per quello (non ancora uscito):
1.4.5 Digitalizzazione degli avvisi pubblici
245 milioni di euro
BENEFICIARI Comuni - PA Centrali
PLATEA POTENZIALE 7,900 enti
MODALITÀ DI ACCESSO Soluzioni standard
Sviluppare e implementare la Piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici, l’infrastruttura che le PA utilizzeranno per la notificazione di atti amministrativi a valore legale verso persone fisiche e giuridiche, contribuendo ad una riduzione di costi e tempo per cittadini ed enti.
@frantheman penso sia ragionevole che le PP.AA. utilizzino la piattaforma P.N.D. solo per gli atti amministrativi che devono essere notificati per legge al destinatario al fine di far decorrere effetti giuridici incidenti sulla sfera soggettiva di questi (tra cui p.es. solleciti formali, avvisi di accertamento tributario, questionari di imposta, verbali di constatazione pre-accertativa). La spedizione (magari massiva) di atti di cui non è necessaria o imposta la notifica (es. avvisi bonari e inviti informali) continuerà a seguire i binari consueti…
@Lazlu è una cosa che infatti volevo approfondire. Per la PND si parla comunque anche di invio di “comunicazioni”.
Entrambi gli scenari danno origine a un impatto non da poco: se tutto passa da PND viene quasi meno la necessità di dotarsi di un servizio di recapito postale; nell’altro caso emerge la necessità di distinguere cosa va in un canale e cosa in un altro…
Per quanto ho capito parrebbe possibile utilizzare la PND per ogni atto della P.A. da comunicare o notificare al soggetto destinatario (fatta eccezione per alcune tipologie di atti espressamente esclusi nel D.L.). Diciamo che però l’uso della PND comporta un iter tutt’altro che veloce e semplice e il porre a carico del destinatario un costo di spedizione (c’è un recente decreto interministeriale sul punto: Pronto il decreto che fissa i costi delle notifiche digitali - TuttoTributi ) e il fatto, se ho ben compreso, che l’atto vero e proprio non sarà trasmesso, ma solo un avviso di ricezione via PEC o raccomandata ed eventualmente un avviso di cortesia via SMS o email. Se devo inviare un semplice avviso di pagamento penso che continuerò ad usare PEC, email o posta cartacea ordinaria, ma per atti importanti questa nuova modalità di notifica è utile per ridurre i casi di notifica non andata a buon fine. Non credo che molti Enti riusciranno ad interconnettersi alla PND via webservice, si caricherà manualmente sul sito dopo aver preparato l’atto, averlo firmato digitalmente e averlo protocollato.
Ma il cittadino eleggerà il domicilio digitale nel proprio profilo sulla PND?
Dipende di quale domicilio digitale si parla: per “sempli(cisti)ficare” (e complicare inutilmente la vita dei Enti notificanti) il quadro regolatorio vede tre tipi di domicili digitali: vedi lett. g), h) e i), comma 1, art. 1 D.M. 8/2/2022, n° 58 (domicilio digitale di piattaforma, domicilio digitale speciale e domicilio digitale generale)…
uhm…
riformulo.
Vorrei ricevere le notifiche digitali nativamente sulla mia pec di privato cittadino (e non l’avviso di cortesia per gli analogici), come lo comunico alla PND?
ipotesi?