Rilascio Passaporto: solo con bollettino postale

E se devi fare 5 passaporti (famiglia, con quelli dei minori che durano solo 5 anni!) devi fare 5 bollettini compilati rigorosamente a mano e pagare 5 commissioni postali.

Ti informo che con PagoPA avrai sempre 5 pagamenti da fare, e verosimilmente con commissioni ancora più alte.

Nella mia (limitata) esperienza ho usato Pago PA per diversi versamenti. E questo ha le commissioni regolamentate (provider Intesa)
Ad esempio, per la CIE appena rinnovata per 3 componenti della famiglia ho fatto un solo versamento pagando una sola commissione di 0,50

Mentre ho appena fatto i 5 bollettini per il passaporto (commissioni 1.80 Euro cadauno) che ho compilato a mano scrivendo 5x3=15 volte 42,50 e “Quarantandue/50” e 5x3=15 volte Nome, Cognome, Via, Città… 20 minuti + coda alle poste

Questo non dipende da pagoPA, ma da come e’ organizzato il servizio da parte dell’Ente.

Vedi le commissioni di altri provider e ne riparliamo…

Oggi è 30 Giugno 2022. Ho l’appuntamento la settimana prossima per il passaporto e ancora nulla sul pagamento online. Viva il progresso tecnologico!

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Oggi 30 giugno 2022,
non solo scopro che per il Rilascio Passaporto occorre fare un versamento con un bollettino postale bianco e non con PagoPA, ma che è ANCHE necessario pagarlo alla posta di persona (in tempi di Covid-19, STUPENDO), perché anche con un Conto Poste o con la postepay NON FUNZIONA online!
L’errore?
Il seguente: “L’intestatario del Conto non corrisponde a quello indicato”
MA COME?
Ho letteralmente COPIA/INCOLLAto quanto scritto sul PDF avuto dalla Questura? <<Attestazione di versamento di € 42.50 esclusivamente mediante bollettino postale di conto corrente n. 67422808 intestato al Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro – causale: “importo per il rilascio del passaporto elettronico”>>. L’ho persino riscritto a manina una lettera alla volta…niente…

La beffa è che ho compreso anche il MOTIVO: l’apostrofo di “dell’Economia” e il segno " – " non sono caratteri accettati nel form online del sito delle Poste.
MA DAVVERO?
Lo sanno anche le pietre dei Neanderthal che i caratteri speciali vanno evitati nei campi sottoposti a controlli incrociati, come quello dell’intestatario del conto, appunto.
E cosa hanno fatto questi geni? Hanno ben pensato di scegliere come intestatario del conto un testo non con 1, ma con ben 2 caratteri speciali (“Abbondandis in abbondandum”, diceva il grande Totò!), che ovviamente il sito delle Poste non accetta, ERGO l’intestatario non coincide con quanto scritto dall’utente.

La verità, cari esperti che gestite le piattaforme informatiche del nostro bel paese, è che se non siete in grado di prevedere, gestire e COORDINARE cose del genere, allora siete degli incompetenti.
PUNTO.

PS: Con tutto il rispetto per i Neanderthal e le loro pietre…

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Aggiornamento agosto 2022, questo il messaggio che il sito poste.it riporta dopo aver tentato il pagamento online:

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Guardo al passaporto da due angolazioni differenti. Premetto di essere sempre stato fortunato vivendo o in citta’ di media grandezza, con Questura e ufficio dedicato e organizzati bene, oppure in citta’ sedi di Consolati e Ambasciate estere con pochi connazionali da seguire, quindi servizio top. So dei problemi delle grandi citta’ o consolati con centinaia di migliaia di connazionali residenti (Londra, New York, Sao Paulo ecc.)
In confronto a come potrebbero funzionare moderni servizi di introduzione dati online e di metodi di pagamento nella procedura per il passaporto c’e’ ancora da migliorare. In confronto al funzionamento tipico degli Uffici Stranieri, sempre della Questura, richiedere un passaporto e’ un cammino di rose. Anche il semplice rinnovo di un Permesso di Soggiorno e’ un incubo burocratico e organizzativo rispetto al rilascio del passaporto. Magari si potesse risolvere tutto con un versamento di persona alla posta! E sempre riguardo il Permesso di Soggiorno non si puo’ fare nulla online. Documenti originariamente disponibili in pdf non possono venire trasmessi per email, magari in una casella dedicata, ma vanno stampati e messi nel plico da consegnare alle Poste. L’intera procedura sa di completa disorganizzazione, che si riflette in tempi molto lunghi per il disbrigo delle pratiche. Aggiungiamo la farraginosita’ delle leggi e il loro distacco dalla realta’ vissuta e il quadro e’ completo.

Ragazzi, stesso problema:

Con addebito su conto Intesa Sanpaolo la commissione è 0

Se molti si chiedono del perché PagoPA, tutti hanno sulla punta della lingua l’estero l’estero e si lamentano di quanto faccia schifo l’Italia, ma nessuno si chiede del perché faccia davvero schifo l’Italia. Lo stato fa le leggi e poi non le onora. Basti pensare che ultimamente un commerciante è stato multato dalla stradale e per pagare la multa con la carta si è visto addebitare una commissione di € 5… ma come, lo stato non aveva detto niente commissioni per i pagamenti POS?

E ancora, tanto parliamo dell’estero e poi in Italia stiamo ancora a fare la fila alle poste per pagare il b0lllllll3tt1no per il passaporto… in Inghilterra per aprire una società limited si paga online con carta o PayPal da anni ormai. Ma poi, volete la legge?

La piattaforma pagoPA è prevista all’articolo 5 del CAD di cui al D. Lgs 82/2005 e, per legge, sono tenute per legge ad aderire al sistema di pagamento pagoPA (ai sensi del combinato disposto dell’art. 2, comma 2 del CAD e dell’art. 15, comma 5 bis, del D.L. 179/2012) tutte le Pubbliche Amministrazioni che devono utilizzarlo in via esclusiva, dismettendo altri sistemi di pagamento in incasso

Sono in perenne guerra con le varie amministrazioni locali che incontro per strada che ancora chiedono il pagamento con il b0lllllll3tt1no. Le ultime:

  • Liceo di mia sorella, inviata PEC, dopo pochi giorni si sono adeguati
  • Comune di Napoli, pagamento del contributo impianti termici, nonostante telefonicamente l’impiegato avesse detto “vai alla posta, a quest’ora non c’è la fila”, è bastata una PEC; un mese dopo hanno attivato PagoPA

L’obbligo in questione prevede anche sanzioni nei confronti dei dirigenti in caso di inadempimento:
In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, ci sarà infatti una decurtazione di almeno il 30% della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio legato alla performance individuale. In più, scatterà il divieto di prevedere premi o incentivi alle strutture competenti.

Bisognerebbe semplicemente fare una denuncia alla Corta dei Conti, che se si vedesse recapitare in massa da cittadini infuriati allora inizierebbe a scavare un po’ più a fondo.

L’intestatario del c/c è MEF DIP.TO DEL TESORO VERS. DOVUTO RILASCIO PASSAPORTO ELETTRONICO purtroppo l’operazione viene comunque inibita: “BO330 - L’operazione non può essere completata. Per il pagamento sul C/C inserito ti invitiamo a rivolgerti presso un Ufficio Postale”, idem dal sito della mia banca “Pagamento non ammesso sul c/c postale indicato”

Confermo che ad oggi, 7 novembre, ancora non risulta possibile pagare il bollettino online!

il conto corrente postale è inserito nel circuito bancario quindi è possibile al 100% mandare il pagamento via bonifico (oltre alla semplicità, per molti vuol dire zero commissioni)

poi la questura cade dal pero?

Scusa, esattamente quale sarebbe l’IBAN che usi per pagare un bollettino di cui hai solo il numero di cc postale ?

qui sta l’Italia. Gli IBAN dei cc postali dipendono dall’ufficio postale dove è domiciliato il conto. Se fosse a Roma per esempio sarebbe
IT68M0760103200000067422808
(Verifica IBAN: Controlla l'IBAN per errori e identificare i dettagli bancari)

Purtroppo, a esclusivo beneficio dei ricavi di Poste Italiane spa, questo è uno dei segreti più celati dai vari ministeri. Insistendo in passato sono riuscito ad avere l’IBAN di alcuni cc postali per pagamenti che secondo il MEF si “potevano fare solo con bollettino postale”. Sicuramente anche per il 000067422808 esiste un bell’IBAN raggiungibile dal circuito bancario a zero spese e zero complicazioni. Prima di passare da PagoPA basterebbe permettete ai cittadini vessati di usare quello e metà dei problemi sarebbero risolti, senza cambiamenti lato ministero (i soldi arrivano comunque su quello stesso conto).

Ogni amministrazione pubblica è tenuta a pubblicare e fornire le coordinate IBAN ex Decreto Legislativo n. 33 del 14.03.2013 ed art. 6 ter del Decreto Legge numero 5 del 9 febbraio 2012

Credo che il decreto che citi sia superato dall’avvento di PagoPA e dal contestuale obbligatorio abbandono del Bonifico quale strumento di pagamento alla PA.
Quindi cmq è allo stato attuale impossibile fare il bonifico anche solo per verificare se in Questura ci siano poi problemi senza il bollettino (cosa di cui dubito)

Errore, la riformulazione dell’art. 5 CAD non prevede più (credo dal 2017) l’obbligo di pubblicare nell’apposita sezione di ‘amministrazione trasparente’ le coordinate bancarie dei conti correnti delle Pubbliche Amministrazioni.
Peraltro ricordo che i Prestatori dei Servizi di Pagamento hanno il divieto assoluto di veicolare pagamenti alla Pubblica Amministrazione fuori dal circuito PagoPA, salve le eccezioni di legge (uno dei divieti meno osservati al mondo :roll_eyes:)

torniamo comunque al punto di partenza. Loro sono inadempienti circa gli obblighi di accettare con PagoPA, hanno un conto corrente domicialiato presso Poste Italiane dove vogliono i soldi, io tecnicamente posso mandarglieli via bonifico bancario e non capisco perchè dovrei foraggiare Poste Italiane con commissioni mostruose e la fatica di accesso ad un servizio scarso.

Se loro sono rimasti ad uno stadio normativo precedente come avete correttamente ricostruito con i riferimenti, che lo sia per tutto allora. Contesti a me che voglio l’IBAN del tuo conto corrente per pagarti, quando l’unica motivazione per rifiutarlo sarebbe la normativa che ti obbliga ad accettare solo tramite PagoPA quando tu però non ti sei adeguato e non accetti questo mezzo?

Sarebbe interessante sapere se esiste una normativa settoriale (che sinceramente ignoro, magari risalente nel tempo) che impone l’uso di bollettini postali di c.c.p. speciali (per consentire una rendicontazione dell’entrata e una riconciliazione contabile strutturata in un certo modo dal Ministero dell’Interno), perché in tal caso può considerarsi una deroga espressa a PagoPA (e pure ad altre modalità di pagamento).

Da persona che ‘da dentro’ ne ha viste di ogni negli anni, banalmente suppongo che forse più che una normativa, si tratti di un problema pratico. Se ogni pagamento confluisce nel megacalderone mostruoso nazionale, unicocontocorrentemegagalattico in cui ogni italiano versa i soldi del suo passaporto, come fa il povero questurino di periferia (o anche di Roma) a vedere se il sig. Tizio che ha davanti ha pagato veramente? Come fa il ragioniere del MEF che deve verificare se i soldi sono stati riscossi a capire se lo sono stati o no?
Unico modo, guardare se il bollettino di ccp relativo a quel singolo passaporto ha il timbro dell’ufficio postale, guardare se la marca da bollo analogica è appiccicata alla domanda cartacea.
Alternativa: pagamento PagoPA non spontaneo ma avviato dal cittadino quando chiede il passaporto online e -soprattutto- interfaccia che permetta al poliziotto di sportello di verificare che a quella persona corrisponda quel pagamento per quella pratica. Ma finchè si pensa all’interfaccia per i cittadini e non al backoffice, campa cavallo.

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