Richiesta CI(E) fuori comune... dall'altro capo d'Italia

Buonasera a tutti,

I fatti

ho la residenza nel comune di Milano. Il 3 giugno ho lasciato la città per recarmi in Sud Italia dalla mia famiglia per prestare e ricevere assistenza, dove ho adesso “domicilio de facto” per qualche tempo. Mi trovo fisicamente infatti in provincia di Cosenza.

La mia CI cartacea ed il mio passaporto scadono entrambi a settembre 2020. La CI mi sono accorto essere deteriorata perché l’ultima volta che ho preso un volo, poco prima che chiudessero tutta l’Italia, la persona al check in ha brillantemente attaccato lo sticker del bagaglio alla mia CI cartacea e strappato così la data di scadenza, causandomi rogne al gate ma comunque il rientro. Poi c’è stato quello che c’è stato… avrei dovuto rinnovarla allora per deterioramento ma mea maxima culpa, avevamo tutti altro a cui pensare!!! Adesso ho questa CI con cui non posso andare fuori Italia, ed il passaporto ha vita breve.

Mi sono recato in Comune qui in zona-Cosenza per chiedere almeno info sulla possibilità di richiedere la carta d’identità, per forza di cose elettronica, in deroga presso altro comune. Motivo la mia richiesta 1) perché è antieconomico salire un attimo a Milano (150 volo solo andata) solo per fare la richiesta e 2) perché a Lamezia è poco ma è sicuro che non mi fanno imbarcare con una CI dove non si legge la data di scadenza, e comunque 3) non voglio rischiare litigi al gate sul fatto che la patente non è un documento, ho già dato.

Al Comune mi hanno detto che la richiesta è possibile ma bisogna ottenere il nulla-osta del Comune di Milano, che solitamente impiega fino a due mesi (ndr, in assenza di pandemia…). In due/tre mesi da oggi, chissà, forse faccio rientro. Oppure chiedere la residenza, e la CIE me la fanno nei normali tempi tecnici, e potrei andare subito a Paola (CS) a fare anche il passaporto. Per scrupolo ho provato a chiamare l’Anagrafe di Milano per chiedere conto del nulla-osta ma non mi hanno mai risposto. Ergo desumo, immagino, che due/tre mesi in questa condizione non bastino.

Domanda/e

  1. Più che una domanda una considerazione… Ma se la CIE la stampa il Poligrafico, a differenza del passaporto che viene stampato in Questura, non si potrebbero raccogliere le impronte a Cosenza e trasmetterle in via telematica al Poligrafico/Ministero dell’Interno? Tanto Milano dovrebbe essere dentro ANPR, non vedo grandi motivi per cui Milano debba dare un nulla-osta. Forse per eventuali divieti di espatrio a soggetti condannati?

  2. Domanda: esiste una procedura per un rilascio di una CI cartacea temporanea, anche a scadenza due anni, giusto per permettere al cittadino di circolare e viaggiare (si spera…) finché non può tornare in Comune di residenza a fare i documenti giusti?

  3. Richiesta di consigli: avete qualche consiglio per il mio caso? Tenete presente che ora non devo partire, ma se trovassi un interessante pacchetto vacanze in UE extra-Schengen potrebbero essere dolori… Il passaporto urgente, ad esempio, so che esiste, ma non credo sia giusto motivare una partenza di-qui-a-una-o-due-settimane quando uno può chiedere per tempo un regolare documento di viaggio

Grazie. E comunque mea culpa :slight_smile:

La faccenda del nulla osta non dipende dal supporto del documento. Anzi, nella pratica, se risiedi in un comunesubentrato in anpr e vai allo sportello di un altro comune subentrato la cie riesci a farla (cioè, l’ufficiale di anagrafe riesce tecnicamente a farla). Poi c’è il rapporto fra i due comuni: chi emette la carta deve comunicarne gli estremi al conune di residenza.

Io insisterei…

Grazie, risposta ispirativa

la cie riesci a farla (cioè, l’ufficiale di anagrafe riesce tecnicamente a farla)

Ma a farla in tempi umani o biblici? Io per l’autunno torno su a MI in auto, quindi altro che documenti

Io insisterei…

In sincerità, il punto non era quello. Mi avevano detto che a chiederla potevo richiederla. Se mi presentavo la mattina dopo mi facevano la richiesta, ma non promettevano sui tempi. Immagina che casino fare la richiesta, tornare a MI in autunno e scoprire in inverno che l’ufficio Postale a 1000km da te ha il tuo documento :cold_face: :cold_face:

Infatti è l’unico motivo per cui sto pensando di prendere la residenza e amen, poi la sposto di nuovo quando torno su, chissene. Tanto dal mio punto di vista tecnologicamente alfabetizzato la residenza è un optional, persino AdE mi manda email e pec.

Comunque grazie, la prossima volta provo ad andare più preparato spiegando all’ufficiale di anagrafe che essendo entrambi i comuni subentrati la richiesta dovrebbe essere molto più rapida.

Farla come se fossi residente lì. Questo da un punto di vista diciamo informatico. Il punto è il nulla osta: serve ancora? se serve davvero ci impiega mesi a essere pronto? Il comune calabrese vuole tutelarsi eccessivamente?
Insomma, la questione mi pare tutta burocratica e con un po’ di volontà si supera. Prender la residenza mi pare una soluzione grottrsca.
Non so il caso tuo, ma la residenza ti va a incidere su imu, tasi, addizionali. Una complicazione inutile … per ruchiedere un dicumento!!

è necessario il nulla-osta, perchè il tuo comune di residenza può essere a conoscenza di motivi ostativi al rilascio della carta per l’espatrio. CIE o carta cartacea non cambia nulla, il nulla-osta va sempre chiesto.
Però due mesi per avere il nullaosta mi sembrano davvero troppi…

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perchè il tuo comune di residenza può essere a conoscenza di motivi ostativi

@perrcla ok, come sospettavo. Ora viene un semplice commento/suggerimento, e la sede mi sembra quella giusta: visto che esiste ANPR, siamo nell’era dell’informazione ecc. questi motivi ostativi dovrebbero essere noti, a mio avviso, non solo al Comune di residenza.

Ma qui siamo in fanta-giurisprudenza. Grazie.

hai ragione, si potrebbe fare.
Però… in punta di diritto, ti direi che ANPR gestisce solo dati relativi alla situaziona anagrafica di un soggetto. E’ giusto così? bho… forse…

Pero’… su ANPR vedi lo storico di tutti i documenti di indentità, se al momento hai una c.i. valida per l’espatrio non dovrebbero esserci motivi ostativi al rilascio di un documento valido per l’espatrio (altrimenti avrebbero ritirato l’attuale o annotato che non e’ valido per l’espatrio).
Provo a sentire come si comportano i miei colleghi dell’anagrafe (so di sicuro che poi devono comunicare al comune di residenza gli estremi del documento rilasciato perche’ ANPR non prevede questo flusso verso l’anagrafe locale).

ps: e si’, con un colpo di telefono fra colleghi d’anarafe, si risolverebbe eccome, specie in tempo di covid…

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2 mesi per il nulla osta non ha senso, come dicono anche gli altri risponditori al thread un’email o una telefonata risolvono tutto in poco, soprattutto in periodo covid19

@Andrea_Tironi1 io sto iniziando seriamente a pensare (e fortunatamente non ho nominato il Comune preciso, ho solo detto che è in provincia di CS) che sia unicamente questione di svogliatezza amministrativa. Certo, io non sono riuscito a parlare con un operatore di MI al primo e secondo tentativo…

Lungi dal voler ampliare la discussione penso che proverò a tornare in Comune con le indicazioni che mi avete fornito qui. D’altro canto è pur vero che questo Comune del Cosentino è subentrato in ANPR a giugno 2020, quindi è anche possibile se non probabile che l’addetta di anagrafe con cui ho parlato fosse in stato di ignoranza incolpevole.

Per quanto alle volte possano essere o sembrare svogliati, i nostri ufficiali pubblici sono alle prese con una macchina burocratica complessa e farraginosa che persone come voi (noi) cercano di migliorare. Alle volte chissà basta solo fare le domande giuste alle persone giuste (che ci sono già passate) per sbaragliare lunghe attese e vecchie procedure. Almeno spero. Amen :pray:

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Purtroppo il fulcro della faccenda è contenuto in queste poche e semplici parole…
I motivi ostativi sono costituiti da sentenze o altri provvedimenti che limitano la libertà di espatrio, e che al momento vengono comunicati “a carta” al Comune di residenza;
esiste una banca dati centrale in cui dovrebbero confluire questi provvedimenti, ma - come ben sanno i frequentatori di questo Forum - l’interoperabilità delle banche dati non è esattamente il nostro forte, quindi non è ancora stato definito se e come questi dati potranno essere comunicati ad ANPR piuttosto che all’applicativo CIE…

Per quanto riguarda la scadenza dei documenti, sembra che nella conversione in Legge del DL Rilancio (DL 34/2020) ci sia una proroga fino al 31/12/2020, non so se l’info possa essere utile!

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Generalmente la richiesta di nulla osta viaggia via PEC ed eventualmente si parla di pochi giorni per la notifica. Poi se sai che il nulla osta è stato richiesto al tuo comune di residenza conviene chiamare (quello di residenza) e chiedere una risposta sollecita al comune richiedente per motivi di lavoro, spostamento o quanto ci vuoi aggiungere.
Nel mio comune, di solito, funziona così…
Spero di essere stato utile

Grazie della spiegazione.
Rimane un meccanismo inefficiente, non real time, asincrono e che richiede comunque sollecito del cittadino.

@Andrea_Tironi1 dipende da chi è allo sportello e dal carico di lavoro al momento della richiesta…
Generalmente si cerca di essere più veloci possibile ma non sempre è fattibile la risposta “just in time”. Si fa il possibile. Sappiamo perfettamente che questi casi sono legati a richieste urgenti nel 80-90 % dei casi. La telefonata di sollecito del cittadino deve essere vista e trattata come un aiuto alla persona che segue la richiesta di nulla osta. Non sempre si è a controllare la posta PEC in arrivo, anzi, molto spesso la si controlla quando ci sono i 10-15 minuti di “tempo libero” (libero per modo di dire, s’intende)…

Ma infatti nessuna persona dovrebbe intervenire, dovrebbe essere il comune di partenza che interroga anpr.

Ciao,

tornando al tema base (chi è tenutario dei motivi ostativi…?) secondo me la transizione è fattibile ma richiede comunque una modifica al codice di procedura penale. L’argomento può anche essere proposto dal basso da un gruppo di tecnici che ravvisa un’esigenza, ma è sicuramente un iter lungo che spetta al Parlamento.

Non sono un giurista, ma deduco che nel c.p.c. sia specificato che a seguito di un provvedimento di un qualsiasi Tribunale in merito al divieto di espatrio il Giudice notifica il provvedimento al Comune di residenza dell’imputato.

A mio avviso il primo step legislativo sarebbe, ed in epoca di PEC era ora, di notificare tale atto contemporaneamente al Ministero dell’Interno, tenutario delle anagrafi, ed al Comune di residenza.

Il secondo step, mentre l’ipotetico iter parlamentare si attiva, può essere quello tecnico/tecnologico. Emanare gli opportuni decreti attuativi affinché ANPR sostituisca le anagrafi locali.

Update: se Brocardi ha ragione (e Brocardi ha sempre ragione!!!) non c’è da modificare un codice complesso come la procedura penale, è solo decretazione attuativa

Precisazione

Queste folli proposte scritte in questo messaggio non rispondono alla domanda del singolo cittadino che, singolo caso, si è trovato durante una pandemia più unica che rara in condizioni di disagio nell’ottenere i documenti di identità, visto anche che lo stesso Stato glieli ha prorogati di validità fino a dicembre con un colpo di decreto.

Questa proposta risponde all’esigenza di centralizzare i dati ed evitare che la ridondanza possa generare disallineamenti. Quando c’è un’unica base dati centrale interrogabile, e le sue eventuali copie sono cache a scadenza, si ha sempre la certezza che il dato interrogato sia fresco e ufficiale.

Se siamo cittadini di uno stesso Stato e/o una stessa Unione e non di tanti piccoli feudi autonomi, è a mio avviso quello stesso Stato a dover essere il tenutario dei dati dei suoi cittadini.

Che poi li archivi su server ridondati… che poi le Anagrafi si facciano le copie locali se manca la connettività… il dato è presente ufficialmente su un unico posto. E questo posto può avere un acronimo di 4 lettere: Anagrafe Nazionale della Popolazione Civile

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e perchè mai dovrebbe interrogare ANPR? è solo una rivisitazione digitale di quella che era la procedura analogica…

Abbiamo una base dati ANPR e una webAPP cie.
E’ sufficiente che la webAPP cie in fase di rilascio di una carta vada a leggere un ipotetico campo “valido per l’espatrio” si/no in anpr. In anpr o dove vogliamo… ma tutto deve essere automatizzato e trasparente, per l’utente e per l’operatore.

Il problema è a monte… il campo deve essere popolato da qualcuno. Se i tribunali continuano a mandare fax ai comuni… campa cavallo!

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92 minuti di applausi, anzi toglierei anche le copie locali! si fa più fatica e si spende molti di più a mantenere copie e software locali che dotarsi di una ottima connettività ridondata.

però occhio… c’è un mercato di miliardi di euro dietro… è questo forse il vero problema.

Sicuramente hai alzato il livello con la prima considerazione.

Sui tribunali stendiamo un velo pietoso.

Il fatto è che spesso il povero cittadino viene usato come strumento di trasporto informazioni: tenga questo documento, vada allo sportello X e paghi, poi vada allo sportello Y e li le diranno a che sportello andare.

Tipo le 12 fatiche di asterix.