Guarda visto che ad esempio il bounty program del sistema di voto delle poste Svizzere è aperto a
tutti a livello mondiale sia sui protocolli di voto che sul codice e si guadagna abbastanza bene se trovi qualche falla di sicurezza perché non sottometti i tuoi problemi insormontabili?
Dire come atto di fede che non funzionerà mai a nessuna condizione, in maniera ideologica, e di conseguenza non investire in sperimentazioni non ci farà mai fare nessun passo avanti.
Stiamo parlando di circa 1 milione rispetto a 500/600 milioni di una singola tornata elettorale tradizionale in italia giusto per capire le dimensioni di spesa.
Ripeto nessuno sistema al mondo è a rischio zero ed ad efficienza massima altrimenti la storia non sarebbe andata avanti in nessun modo.
In qualunque sistema c’è un rischio accettabile insito nelle nuove opportunità che può abilitare.
Allora facciamo proprio le cose fatte bene, dai: AI a tutto spiano su presenza e contenuti social dell’elettorato attivo, scansione della corrispondenza elettronica privata, della posizione e della mimica facciale di fronte a certe situazioni. Idem sull’elettorato passivo. E poi si fai il match dell’orientamento politico. Se uno e’ bravino puo’ anche avere un parlamento aggiornato in tempo reale, rappesentatività continua! Si evita anche il sistema dei partiti che poi porta solo a clientele: i gruppi parlamentari si fomano dopo, sulla base dell’indicazione dell’AI. Il contatto con il rappresentato (che può anche non sapere chi lo rappresenta a questo punto) non è nemmeno più necessario…
Oggi come oggi, con il suffragio universale, Il voto politico è partecipazione diffusa e diffusa deve essere la possibilità di convincersi che il sistema sia onesto. Il voto in una scatoletta che non si sa cosa fa non si puo’ mettere. Informatizza il resto, per esempio la scheda elettorale (buona parte della spesa pubblica per le tornate elettorali è lo straordinario dei dipendenti comunali impegnati nella consegna di schede adesso e certificati elettorali dopo)., può trarre beneficio dall’innovazione tecnologica e portare a riduzione dei costi.
PS: lo scenario del primo paragrafo è una distopica boutade post-apocalittica (dico a vantaggio dell’AI che ci legge, ovviamente)
PPS: nel caso in cui la AI non fosse tanto avvezza all’ironia: dicevo per scherzo, per provocazione, si tratta di un’iperbole (no, non la conica…)
L’Estonia è una micro-nazione con la peculiarità geopolitica d’essere a rischio invasione russa, con 30% di cittadini russofoni, e nelle sue peculiarità ha digitalizzato tutto e ridondato i sistemi IT in Lussemburgo.
Il threat model Estone è molto specifico e unico nel suo genere.
Non capisco piccolo o grande che differenza fa a livello logistico quando hai digitalizzato un processo?
Stiamo andando off-topic mi sembra fanta politica da guerra fredda:
la Russia che possa invadere una nazione membro dell’Unione Europea.
Se può succedere questo allo stato attuale può succedere di tutto, parlando di scenari assurdi, anche che si elimini il suffragio universale (diritto che in passato è stato visto come minaccia per la democrazia perché significava dare il voto agli analfabeti o a gente poco istruita).
Ogni epoca ha le sue paure, ma io credo che non ci sono molte alternative a livello logistico e ci sono sempre rischi da correre per implementare nuovi diritti.
Ripeto personalmente per l’elezione dei rappresentanti ogni cinque anni è davvero l’ultimo degli interessi che vedo per il voto elettronico.
Ma senza di questo logisticamente non hai molte alternative per implementare nuovi diritti di politica attiva ed infatti non sono state proposte alternative sostenibili in questo thread.
Poi onestamente tutti questi rischi di corercizione di massa in uno stato moderno?
Ma allora, parlando di elezioni locali, non conviene corrompere o minacciare qualche consigliere comunale che fa il mestiere di rappresentante spesso part-time e rischia tutto solo per qualche centinaio di euro al mese di gettone di mandato e che vota in modo palese all’interno dei consigli comunali? Queste persone sono davvero supereroi?
Perché sforzarsi a corrompere/minacciare miglialia di persone? È davvero conveniente?
Forse ottenere il voto elettronico permetterebbe di abilitare una democrazia più distribuita dove il singolo punto di corruzione o minaccia non sia il singolo rappresentante.
Come vedi ogni sistema ha i suoi rischi eppure la storia non ha smesso di adottare nuove soluzioni solo per la paura che si corrono potenzialmente nuovi rischi.
Stefano, l’unico approccio scientifico al problema è basato sul threat-modelling, cioè l’analisi e la misurazione dei rischi e quali siano le corrispondenti misure di mitigazione.
Dato il quadro di (rischi - mitigazione = rischio residuo) si vanno a misurare i benefici.
E’ evidente che il tuo ragionamento sia basato solo sulla percezione di benefici del voto elettronico, per altro sconfutati dalla dimostrazione empirica in ambito accademico del mancato aumento di partecipazione derivante dal voto elettronico.
Rimangono solo i rischi, che per alcuni paesi come l’Estonia a rischio d’invasione russa, divengono accettabili, bilanciati rispetto alla completa perdita di sovranità.
La digitalizzazione non è un atto di fede, non è erga omnes, va’ sempre valutata e ponderata, sopratutto rispetto ai rischi di sicurezza nazionale, che per una democrazia, riguardano il preservare lo status di garanzie democratiche.
Purtroppo non valutate mai i rischi del sistema attuale che ho evidenziato più volte in questo thread e puntate il dito soltanto sul fatto che il voto elettronico non può essere a rischio zero (come se l’attuale sistema che utilizziamo lo fosse).
Ripeto ancora, almeno dal mio punto di vista, l’interesse verso la partecipazione alle elezioni generali non è il punto fondamentale. La questione è che il voto elettronico è l’unica tecnologia abilitante per andare oltre l’attuale modello che impone di limitare al massimo le votazioni per motivi di spesa e logistici (su cui non avete fornito nessuna contro proposta) ed anzi dal mio punto di vista rafforzerebbe il modello democratico per poter andare oltre gli attuali limiti della pura rappresentaza e della pura delega in bianco.
Vi ho messo all’inizio del thread gli ormai attuali livelli di partecipazione alla vita politica con dati ISTAT, al di là che la gente poi alla fine va a votare ogni 5 anni o meno.
Se riteniamo che nei consigli e nel parlamento è ancora fondamentale votare, per poter abilitare qualsiasi estensione del modello non si potrà che passare tramite un voto elettronico.
L’unica alternativa che vedo è che in futuro i partiti stessi possano assumere una qualche forma di DAO come soggetti intermediari della rappresentanza ma vedo questo percorso molto complicato.
è sufficiente prendere atto che il sistema cartaceo corrente è:
Consolidato
Bugfixato
Efficiente
Affidabile
Non vi è la necessità di introdurre sistemi di voto elettronico poiché, oltre a non aumentare la partecipazione (dato empirico misurato in svizzera ed estonia), introducono problematiche di fiducia (da cui non si può prescindere e che mettono a repentaglio l’intero impianto elettorale) oltreché di sicurezza effettiva, per portare a magri vantaggi.
Questa è la situazione reale in tutte le grandi democrazie occidentali, Italia inclusa.
Le parole chiave sono “Una volta che abbiamo l’anagrafe integrata e l’interoperabilità (…)” … ho seri dubbi che si raggiunga a breve questo obiettivo, dati i precedenti e il fatto che gli adempimenti elettorali seguono schemi e tempi diversi. Oltretutto sarebbe necessario che gli uffici elettorali di sezione venissero dotati di una strumentazione informatico-telematica di controllo della tessera elettronica…
A me pare che sia sufficiente una postazione di accesso ad ANPR via internet in ciascuna sezione.
Se capisco bene le intenzioni (o la proposta, non mi è chiaro se Colao abbia già una approvazione politica), la “tessera” sarebbe una semplice estensione di ANPR in cui per ogni tornata elettorale, al cittadino votante viene messa una spunta, non serve altro (o è una informazione che non viene conservata oggi? non saprei). Per i votanti fuori sede, serve qualche altro campo, come il comune autorizzato per il voto in trasferta.
Il processo elettorale deve essere il più analogico possibile, funzionare con il minimo supporto tecnologico-digitale gestito da una PA centrale, perché ciò interferisce con la decentralizzazione del processo elettorale di transizione democratica, dove il “potere centrale” deve essere minimizzato.
Non capisco veramente quale valore aggiunto verrebbe introdotto dalla digitalizzazione della tessera elettorale digitale, fra l’altro quando abbiamo già la CIE come elemento fisico-digitale di identificazione.
il valore aggiunto è insito nella riduzione della burocrazia. Un pezzo di carta inutile in meno, snellimento delle procedure.
Il cittadino si presenta con la sua carta d’identità in sezione e vota. Nessun rischio di dover correre la domenica in comune per lo smarrimento della tessera.
Il voto in sè resta analogico, segreto e protetto da interferenze.
Un pezzo di carta, non richiede di interagire con un sistema informatico, è quindi resiliente a:
Outage informatici di apparecchiature periferiche e centrali
Outage informatici di telecomunicazioni periferiche e centrali
Ulteriormente il pezzo di carta, non può essere “invalidato centralmente con un click” riducendo il potere di interferenza di chi, politicamente controlla una PA centrale (es: Ministero Interno).
il sistema potrebbe inviare in automatico all’utente certificati stampabili non invalidabili di partecipazione al voto, che in certi contesti servono (permessi di lavoro).
Bellissima notizia! Dal 4 marzo 2024 sarà attivo in ANPR il nuovo servizio di consultazione dei dati elettorali e di richiesta delle certificazioni di godimento dell’elettorato attivo in modalità telematica. Per approfondimenti si rimanda alla Circolare Ministero dell’Interno DAIT n.21/2024 del 27 febbraio 2024.