Si passa a PagoPA e il cittadino paga di più

Perdonami @Patrizia_Saggini ma “via WEB” cosa intendevi? dal portale Satispay? o quello del Comune di Roma? Quello di PagoPA (ne esiste uno per i pagamenti)?
Grazie
Luca

P.S. Comunque vedrete che passata l’acquisizione clienti, anche Satispay diventarà a pagamento ovunque. Nessuno fa le cose per la gloria!

Intendo da un qualsiasi portale dell’ente che ha pubblicato il pagamento e che poi rimanda al portale PAGO PA (Nodo Nazionale dei pagamenti).

Già… grazie @Patrizia_Saggini ma la TARI di Roma Capitale non ha alcun portale per i pagamenti, od almeno nulla che mi risulti :frowning:

Non sono d’accordo, perchè se devi pagare una ‘TASSA’ non è giusto che paghi la tassa sulla tassa, questo sistema pur se progettato da anni è stato adottato come la panacea di tutti i mali da un governicchio che si regge solo sugli ottuagenari senatori a vita e ovviamente sulle spalle dei coglioni di cittadini. La tassa è giusto si paghi per il suo importo senza ulteriori balzelli, si attendono le associazioni consumatori per un ricorso generalizzato contro le gabelle!

L’avrete notato senz’altro tutti, ma lo ricapitolo con una micro-rassegna stampa.

Come prevedevamo in estate, i due problemi più discussi di PagoPA (la comparsa di commissioni a carico del pagante che erano, in molti canali di pagamento precedenti a PagoPA, a carico dell’ente creditore; e l’impossibilità della domiciliazione) sono ormai di dominio pubblico:

Rimangono altri problemi (riconciliazione, backoffice drammaticamente complesso, ed errori vari), ma l’attenzione a questi due ormai c’è. La pressione aumenterà, ma rimane la domanda se sia possibile fare alcunché per alleviarli.

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Non trovo negativo che vengano portate alla luce le imperfezioni di un nuovo sistema, se può servire a porvi rimedio :wink:

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Se qualcuno pensa che sia possibile per un Ente creditore gestire simultaneamente più modalità di pagamento anche molto diverse per una stessa entrata siamo al teatro dell’assurdo … hanno una vaga idea di che cosa significa predisporre un documento di pagamento con annessi in più modi (modello predomiciliato e/o F24 e/o avviso Pagopa e/o altro) e poi rendicontare ogni pagamento in modo diverso?! Stanno scherzando o cosa? La domiciliazione bancaria va gestita all’interno di PagoPa in modo completamente trasparente per l’EC, se no non ci salviamo più…

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Ma infatti dalle dichiarazioni di Virgone mi pare si vada proprio in quella direzione, non può essere altrimenti. Il problema è come sopravvivere “nel frattempo”. In realtà la domiciliazione doveva essere la prima cosa dafar transitare in PagoPA secondo me, perchè me la immagino come la cosa più semplice da impostare. Non essendo avvenuto, abbiamo il problema che la scelta più semplice per il cittadino non c’è mentre le altre ci sono.
https://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/pagopa-tegola-antitrust-non-sia-unico-sistema-di-pagamento/

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Infatti, pur non lavorando assolutamente in questo campo, le cose che mi sono venute subito in mente sono state 1. sollievo per l’aumentato riconoscimento del problema dell’aver eliminato la domiciliazione; 2. grossa domanda - se si fa rientrare dalla finestra almeno la domiciliazione bancaria al di fuori di PagoPA, come fanno le PA a rendicontare/conciliare? Speriamo, come scrive @Elena_S, che si trovi un modo di far rientrare la domiciliazione in PagoPA (anche se avevo letto che era complicatuccio).

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Salve, si sta cercando di far entrare la rendicontazione per la domiciliazione bancaria all’interno della piattaforma pagoPA ma al momento ancora non c’è una soluzione.

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@Luca_Valerio il problema è non indifferente: da un lato la legge (art. 2-bis D.L. 193/2016, relativa legge di conversione e successive modifiche) prevede una pluralità di modalità di pagamento astrattamente possibili, in cui PagoPa si inserisce ma non è la sola, dall’altro non è realisticamente pensabile che per ogni entrata tributaria ed extratributaria ciascun Ente creditore metta a disposizione al cittadino debitore dell’EC una serie di mezzi e modalità diverse, che hanno implicazioni eterogenee molto forti, sia in sede di invito al pagamento (predisposizione e stampa dei documenti, degli estremi di pagamento, dell’invio al nodo dell’RPT e/o revoca ecc…: le procedure sono molto differenziate se chiede il versamento in un modo o nell’altro), sia in fase di rendicontazione dell’entrata con i software gestionali di settore e di riconciliazione delle partite debitorie in sede contabile … se il legislatore non fa chiarezza rischiamo il caos (non è strano che p.es. le Università per le rette continuino ad usare solo PagoPa, e i Comuni spesso chiedano la TARI solo con modello F24…)

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@Elena_S bisogna capire come inserire la domiciliazione bancaria in PagoPa a livello operativo: se PagoPa diventa a regime l’unica modalità di pagamento (ma ho dei dubbi, a legislazione vigente, che dice ben altro quantomeno per gli EE.LL.), all’Ente creditore può essere indifferente, trasparente l’attivazione della domiciliazione da parte del cittadino, ma il PSP chiamato a gestire il pagamento deve saperlo, abbinando automaticamente lo IUV dello specifico pagamento nell’iter compreso tra RPT e RT, senza alcun intervento manuale del soggetto intestatario-pagatore dell’avviso PagoPa; per far questo dovrebbe essere adeguata tutta la catena del flusso informatico verso il nodo dei pagamenti e di ritorno, sicuramente fattibile, ma non semplicissimo, a mio avviso. Trovo che sia imprescindibile avere un vettore esclusivo di pagamento (un solo procedimento per far pagare, un solo procedimento per pagare, un solo procedimento per rendicontare-riconciliare), ma anche estendere il perimetro regolatorio di PagoPa (cosa che ci siamo detti molte volte qui)

Terribile! Davvero complicato!

Ricordo che @frantheman aveva scritto in settembre in questo thread che una soluzione, seppur molto parziale, al problema della domiciliazione (tenendola dentro PagoPA) sarebbe stata l’avvisatura digitale:

La mancanza di domiciliazione bancaria è una criticità del sistema per come è stato pensato (oddio, c’era l’avvisatura digitale che poteva evolvere in una “domiciliazione aumentata”). Roma o non Roma.

Ho poi cercato di capire bene cosa fosse senza molto successo; da quel poco che ho capito sarebbe un utilissimo miglioramento, ma forse non una vera soluzione definitiva del problema.

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Visto che sono stata “evocato”…
Intanto fa piacere che l’Antitrust si accodi ai poveri tapini in trincea che si lamentano della contraddittorietà e della fumosità delle direttive statali. A partire dalle questioni terminologiche, distinzione fra strumenti di pagamento, piattaforme di pagamento ecc.
Venendo all’avvisatura digitale, ai tempi, quando ancora pensavo che le linee guida emesse da organi parastatali non contenessero parti di fantasia e/o parti che si applicano e parti che non si applicano, mi ci ero messo di impegno a capire come funzionasse pagoPA.
L’avvisatura digitale, in sintesi, avrebbe dovuto consentire questo scenario: io possibile debitore autorizzo un PSP a intercettare i pagamenti dovuti (IUV) intestati al mio codice fiscale e a propormeli per il pagamento. Al PSP, nell’ambito dell’autonomia con cui l’ordinamento consente di regolare i rapporti di natura patrimoniale, potrei anche dire di pagare alla scadenza. Né più né meno di come avviene con la domiciliazione bancaria, anzi sarebbe una domicilaizione universale di tutti i debiti che avrò verso la p.a.
Proprio su queste pagine mi fu detto che no, quella parte non era implementata. E’ stato un momento signifcativo della mia vita, in cui appunto ho smesso di credere alle linee guida :slight_smile: Eliminarla dalle linee guida, no?

Posso pensare che ci siano dei freni importanti alla realizzazione dello scenario di cui sopra:

  1. PagoPA spa dovrebbe farsi carico di mantenere una banca dati centralizzata dei pagamenti dovuti (IUV) in attesa di essere pagati - banca dati che si affiancherebbe come una replica alla banca dati dei pagamenti in attesa distribuita presso tutti gli EC e/o il loro PT/IT.
  2. I PSP dovrebbero implementare a loro spese strumenti di interazione attiva con questa banca dati centrale - un costo - e, verosimilmente, abbassare le commissioni sui pagamenti pagoPA “domiciliati”.

(Banca dati centrale o meno, si apre comunque tutto il mondo informatico del push e del pull e relativa sostenibilità tecnico-economica)

In più, un efficiente sistema di avvisatura digitale:
A) solleverebbe gli EC da implementare servizi propri per avviare il pagamento (ci penserebbero i PSP);
B) potrebbe portare a superare la banca dati dei pagamenti in attesa distribuita fra tutti gli EC in favore della banca dati centralizzata: certo, il sistema complessivo ci rimetterebbe in termini di scalabilità ma ne guadagnerebbe in termini di standardizzazione.

Resta il rammarico di come buone idee, forse premature, facciano naufragio prima ancora di essere valutate effettivamente nella loro inutilità. O soccombano a logiche semplicistiche di immediata e facile realizzazione.
Per dirne un’altra sull’appoccio semplicistico che fa perdere pezzi importanti per strada: in origine tutte questi XML che viaggiano per le strade di PagoPA erano firmati digitalmente (XAdES), adesso no, aggiungere l’elemento “signature” in RPT e RT è deprecato. Eppure, da RPT e RT discendono effetti giuridici importanti, tanto che se ne prescrive anche l’invio in conservazione.

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Ci sono così tante problematiche sul campo (o irrisolte o, allo stato, che fuoriescono dal binocolo operativo di AgID, PagoPa Spa, MID e che quindi non sono da loro percepite come problema, ma per tutti gli altri attori del sistema lo sono) che non mi stupirei affatto se, dopo le millemila proroghe pregresse, non ci fosse in extremis l’ennesimo spostamento in avanti della scadenza: proroga normativa o proroga di fatto (dove possibile e consentito si continua ad utilizzare e far utilizzare i metodi attualmente in uso). Chissà che non venga revisionato l’intero sistema dei pagamenti per i punti oscuri e quelli che lasciano a desiderare nel mondo reale :sunglasses: P.S. la storia giuridica del nostro Paese insegna che non bisogna mai avere fretta di adeguarsi alle novità epocali…

La butto lì: e codificare gli IUV ad es. con il primo carattere alfanumerico che identifichi inequivocabilmente la presenza di domiciliazione (es. “D”)? Sarebbe così complicato? L’EC emette lo IUV che già indica che c’è una domiciliazione presente, il PSP la vede e lo incanala direttamente alla banca per il prelievo dal conto, mentre quelli che non hanno la D fanno la strada normale. Mi sono persa qualche pezzo?

Forse andrebbe rivisto un po’ piu’ radicalmetne il sistema. Se non errro la domiciliazione bancaria ricehide una delega formalizzata del debitore al creditore e/o alla banca che sta in mezzo a prelevare direttamente dal conto. L’idea di fodno di pagoPA è eliminare gli accordi particolari fra EC e PSP e, per amore di semplificazione e sburocratizzazione, aggiungerei anche gli accordi fra cittadino e EC.

Anche al netto della parte sulla delega sulla quale ho forse detto un’inesattezza, io credo che l’EC non possa farsi carico di diffrenziare fra IUV domiciliati e IUV non domiciliati, anche solo per il fatto che dovrebbe farlo inventandosi delle logiche gestionali sue (per differenziare il debitore semplice dal deitore domiciliato, magari domiciliato per un tipo di debito ma non perun altro ecc.) che aumenterebbero la complessità e le peculiarità dei software coinvolti amplificando l’attuale Babele.
Quando l’EC ha messo il pagamento dovuto a disposizione del nodo dei pagamenti ha concluso il suo pezzo di lavoro, il resto deve attenere al rapporto fra debitori e psp.

Una delel difficoltà che vedo e’ che appunto l’archivio dei pagamenti dovuti in attesa di essere pagati sta dentro il sistema informativo dell’EC e non ne esce spontaneamente fin tanto che uno (il PSP o l’ente stesso nel caso del WISP) non lo va a cercare conoscendone gia’ identificativi precisi e conoscibili solo tramite l’avviso pagoAP. Come fa quindi il PSP presso cui voglio domiciliare un tipo di debito e venire a conoscenza che questo esiste?

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Il problema è che le variabili in campo sono tante (e trovo che si imponga tanto agli EC lasciando troppa libertà su tutti i fronti ai PSP, che invece dovrebbero essere più coinvolti nel sistema): se questa libertà non ci fosse il sistema funzionerebbe meglio. A mio avviso all’EC dovrebbe essere del tutto indifferente come un soggetto paga, l’importante è che il dovuto venga riscosso. Troverei più semplice questo iter: 1) il pagatore si accorda con il suo PSP (PSP con provvista di fondi preautorizzata per tutti i pagamenti domiciliati che vanno a scadere nella finestra temporale oggetto di accordo); 2) l’EC emette avviso PagoPa e RPT normalmente, generando il suo IUV; 3) il PSP controlla giornalmente il nodo dei pagamenti per verificare che sia presente una RPT a carico di un suo utente domiciliante preautorizzata; 4) il PSP paga con addebito tale RPT, senza necessità di intervento del suo utente; 5) il pagamento viene inserito nel flusso di riversamento e in quello di rendicontazione insieme con gli altri. Non è più semplice? :wink:

Mi sa che questo il punto in cui casca l’asino. L’RPT viene emessa (dall’EC) solo a seguito di una chiamata puntuale di verifica da parte del PSP che conosce già i dati identificativi del pagamento. Non ci sono RPT sospese nel nodo interrogabili tramite codice fiscale e qualche altro codice che dica se si tratta di una mensa scolastica, di una TARI o di una multa…

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